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Monte Oliveto e le contraddizioni dell’urbanistica a Pinerolo. Italia Nostra

22/03/2012 9:33

Se è positivo che si sia sviluppato un dibattito sull’urbanistica a Pinerolo, come dimostrano i molti articoli apparsi sulla stampa, sono invece molto negativo che non se ne vedano gli sviluppi concreti.

Ci riferiamo in particolare alla vicenda della zona CP7 – Monte Oliveto, in cui l’Amministrazione Comunale, da un lato non approva il PEC eliminando la causa del ricorso, d’altro canto neppure fa la Variante urbanistica, che sarebbe il solo atto, pur tardivo, che andrebbe fatto in termini giuridicamente ammissibili per supportare il diniego alle costruzioni. Mentre all’interno del maggior partito di Pinerolo singoli esponenti formulano dichiarazioni di principio e si promuovono convegni che auspicano (finalmente) un’urbanistica perequata e solidale, tutti tacciono però sul tema centrale e concreto per Pinerolo, ovvero come si può ridurre l’impatto delle aree edificabili che già ci sono e ridimensionare un Piano Regolatore nato male e cresciuto peggio, senza incorrere in facili ricorsi come è appunto successo per la zona CP7.

Mentre almeno a parole tutti vorrebbero limitare il consumo di suolo emerge il timore, paradossalmente anche da parte di chi auspica soluzioni a “crescita zero”, di iniziare ad elaborare una Variante strutturale al Piano Regolatore, per paura che si possano scatenare gli appetiti dei costruttori. Ma non è questa la sola contraddizione dell’urbanistica pinerolese e dei suoi attori. Come si può coniugare l’incremento di capacità edificatoria che deriverebbe dalle varianti che si vogliono fare sulle aree produttive in dismissione (PMT, Euroball, solo per citare le ultime) con un Piano che già prevede 50 mila abitanti e migliaia di alloggi vuoti?

E’ logico rimpiangere la “Variante di qualità” che nel 2006 dettava norme per la riconversione delle aree industriali e poneva dei vincoli, ora che la stessa classe politica l’ha lasciata – colpevolmente ed immotivatamente - decadere? E come mai Pinerolo non ha ancora portato a termine l’adeguamento al Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico che risale al 2001 e che porrà forti limiti alle nuove edificazioni lungo i corsi d’acqua?  Può Pinerolo sopportare 800 nuovi alloggi – come prevede il Piano Regolatore vigente - sull’area del Turck senza collassare in termini viabilistici e senza una riflessione sugli spazi pubblici che in un’ area così strategica andrebbero reperiti? Tutte queste contraddizioni potrebbero – e dovrebbero in una città matura e responsabile – trovare soluzione in una Variante urbanistica che è la sintesi tecnica e “pubblica” di un’idea di città, di un disegno politico che un’amministrazione che si è proposta per governare dovrebbe saper elaborare e per la quale non è possibile procedere caso per caso. Davvero in una città di 35 mila abitanti è troppo chiedere di avere un’idea di Piano come base per un confronto non estemporaneo con gli interessi fondiari e immobiliari? Forse sì, purtroppo, perché Pinerolo al momento non ha neppure un assessore dedicato all’urbanistica, la dirigenza preposta cambia, va e poi torna, mentre troppe voci parlano solo a titolo personale.

Il Direttivo della Sezione Pinerolese

        di ITALIA NOSTRA

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