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Il giornalino scolastico del Liceo Scientifico “Curie” .“Il radioattivo” stimola la mente

11/04/2012 11:05

Si riconosce un professore dinamico dalla velocità nel salire e scendere le scale. Parliamo di Stefano Rossetti, garante istituzionale presso il liceo scientifico “Maria Curie” del giornalino scolastico “Il radioattivo”. «”Tipi sospetti” si intitolava, quando vent’anni fa, Donato Primiani, insegnante di educazione fisica, ha promosso quest’attività nell’ambito del “Progetto Giovani». Garante significa coordinatore, avvezzo a superare difficoltà finanziarie. «Prima si stampava in ciclostile, a scapito della qualità della stampa. Ora si indirizza la spesa su un numero minore di uscite». Per una fortunata coincidenza, la redazione si appoggia alla tipografia Agam di Luserna, il cui responsabile è il papà di una studentessa che è stata per due anni direttrice del giornale. «Ci risolve problemi di impaginazione e fotografia, anche all’ultimo istante». Solo una volta in dieci anni, il prof. Rossetti è intervenuto come censore per una questione sulla libertà di insegnamento, da dibattere in sede diversa rispetto al giornalino scolastico. Per il resto, «loro si autoregolamentano».

Anna Filippucci (III Alg) ricorda la circolare di inizio anno, chi era interessato a far parte della redazione doveva presentarsi, finite le ore di scuola.

Come organizzate il lavoro di redazione?

Letizia Vitali (III Clg) spiega che “si organizzano riunioni di redazione mettendosi d’accordo su quando non ci sono verifiche”.

Samuel Salini (IV Cif) dichiara che “possono partecipare tutti, sia ragazzi di quinta che di prima superiore”.

Letizia: «Nella prima riunione abbiamo stabilito gli argomenti: attualità, cinema, musica… Si stabiliscono due articoli per ogni ambito, li mandiamo alla ex direttrice che li corregge, due ragazzi di seconda si sono fatti dare il programma e si occupano dell‘impaginazione».

Su quali argomenti scrivete?

Anna ha scritto un articolo sugli “indignados”, alcuni amici le hanno raccontato cosa è avvenuto a Roma il 15 ottobre scorso, ha cercato informazioni su internet. Le è servito anche in altre occasioni avere lo stimolo per interessarsi di argomenti che non si ha tempo di approfondire fuori dall’ambito scolastico.

Letizia: «Si fa una selezione degli argomenti di attualità per individuare i fatti salienti di cosa succede nel mondo. Nel numero di aprile si parla di No Tav, per esempio».

Samuel nell’ultimo numero si è occupato di energie del futuro. «Già mi ero documentato, poi ho cercato informazioni, fonti certe». E’ l’amministratore del blog, utile per integrare il giornalino, per esempio pubblicando gli articoli più lunghi, quelli che non trovano spazio nella versione cartacea. Per incrementare la partecipazione del resto dell’Istituto si è aperta una pagina su face book.

Letizia: «Molta affluenza si è registrata l‘anno scorso in occasione della giornata autogestita sull‘arte». I compagni si collegavano al blog per vedere foto e video.  Anna spiega che in questa giornata si susseguono eventi di danza, giocoleria, video, fumetti. Samuel: «Un professore appassionato di musica classica ha messo su un coro in due ore».

Letizia: «Per mettere su un concerto, ci siamo suddivisi gli spartiti delle canzoni da imparare. Il giorno prima prove di quattro ore. Poi abbiamo posizionato palco, mixer e microfoni davanti all‘auditorium».

Vi piacerebbe lavorare come giornalisti?

Letizia: «Il giornalismo è un ambito bello ma si tratta di una carriera difficile da intraprendere. Non sempre si riesce a trovare lavoro. Nella vita magari non avrò più altre occasioni, ora posso contribuire a questo giornalino».

Anna: «A me piacerebbe scrivere nel tempo libero, anche se facessi altri mestieri, come fa Serena Bertinetto, un‘ex allieva del liceo che studia giurisprudenza e collabora con l‘Eco Mese».

Interessante la rubrica sui videogames, nel numero di aprile, Anna ha recensito un libro, Letizia il film “Quasi amici”, poi sono stati intervistati tre ex studenti che gestiscono un programma su radio Beckwith.

Una ventata di entusiasmo mi trascina fuori dall’edificio di Via dei Rochis 12 e rileggo le parole di un editoriale della direttrice, Sara Nosenzo: «Quello che voglio dire è che se anche non ha senso per qualcuno, non significa che non abbia importanza. Per questo noi scriviamo qui. Perché anche se tutti si ostinano a dire che non ha significato uno stupido giornalino per noi ce l‘ha! (Eccome se ce l‘ha!)».

Piergiacomo Oderda

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