Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Allarme per i mutamenti climatici. Occhio al ghiaccio polare

16/07/2012 11:08

Allarme per le mutazioni climatiche della Terra. Il  Met Office britannico assieme alla Noaa, l'amministrazione americana per l'atmosfera e gli oceani, affermano che i problemi potrebbero essere maggiori. Le ondate di caldo, le piogge rovinose oltre la media stagionale  sono esempi evidenti del cambiamento climatico globale.

“Il cambiamento climatico nell'Artico è un dato di fatto – afferma Jennifer Francis della Rutgers University americana - perché lo spessore dei ghiacci è passato dai tre metri dei primi anni Novanta a circa un metro e mezzo di oggi; cioè si è dimezzato. Infatti abbiamo misurato un indebolimento del jetstream polare, cioè quella corrente a getto che normalmente circonda il Polo Nord ad alta quota. Una sua alterazione è capace di modificare i meccanismi atmosferici su vasta scala influenzando le latitudini inferiori nelle zone abitate dell'Europa e degli Stati Uniti, innescando quei fenomeni estremi a cui assistiamo. Ormai ne vediamo molte di queste manifestazioni ed è sempre più difficile dire che non siano legate al cambiamento climatico e in particolare a quanto succede in Artico.” I fenomeni estremi sono le prove che cerchiamo studiando il comportamento del clima – precisa Antonio Navarra, presidente del Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici -. Il Polo Nord ha perso in 40 anni il 40 per cento dei ghiacci e questo è un dato di fatto di un'indiscutibile modifica ambientale. Ma quanto accade è complicato e richiede indagini più vaste e continue nel tempo prima di arrivare a conclusioni definitive.  Adesso dobbiamo chiederci invece se il jetstream sia sensibile anche ad altri parametri che ancora non conosciamo. Siamo davanti a una nuova fisica dell'atmosfera?”. “Tre anni fa si iniziò a valutare seriamente la connessione tra manifestazioni estreme e cambiamento climatico partendo proprio dal riscaldamento della zona polare - dichiara Visconti Guido Visconti direttore del centro «fenomeni estremi» dell'Università dell'Aquila-. E allora l'American Meteorological Society stabiliva che intanto bisognava classificare bene le caratteristiche degli eventi ancora troppo incerte e troppo personali nelle considerazioni. Rimane, comunque, un fatto che tutti condividono e cioè che per essere sicuri delle conclusioni ipotizzate dal rapporto bisogna disporre di statistiche almeno su un arco di mezzo secolo che non abbiamo. Altrimenti il loro significato resta discutibile”.

Commenti