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Avass Pinerolo: aumentano i casi degli italiani in difficoltà.

22/08/2014 8:40

 

Una segretaria volontaria porge a Nadia Barillari, presidente dell’Avass (Associazione di Volontari per l’Assistenza Socio Sanitaria), un paio di fogli da siglare. Poi scende sull’acciottolato di Via Ortensia di Piossasco, reso insidioso da alcune gocce di pioggia.

Sul sito, parlando del Centro di Accoglienza Notturna scrivete di «nuove forme di povertà di povertà e di disagio, in costante e allarmante evoluzione»

«L’Avass è nata proprio per aprire un Centro di Accoglienza Notturna per uomini senza fissa dimora. E’ nata nel 1982 su proposta della Caritas ma è totalmente autonoma, non è confessionale, né partitica. C’era il problema di dare un tetto specialmente agli immigrati, si era allora in via Vescovado. Il problema grosso è che oggi ci sono molti italiani, gente che parla molto il piemontese, gente di qui. Si dà un posto per dormire, fanno la cena, la colazione il giorno dopo, possono rientrare per il pranzo, il centro è aperto da mezzogiorno fino alle due. C’è la possibilità di usufruire delle docce, di lavare gli indumenti. Il centro negli altri orari è chiuso, perché non c’è la disponibilità dei volontari per poter tenere il centro aperto. Quando non stanno bene o piove e fa brutto, devono per forza uscire. Il mese di agosto chiude, un po’ per la scarsità di volontari, un po’ per dare un input a questi uomini che cerchino altre soluzioni per non restare nel loro bozzolo assistenziale

Quali sono le attività principali dell’associazione?

«Dal ’93 è diventata Onlus, siamo iscritti all’Albo Regionale delle Associazioni di volontariato, abbiamo tanti servizi per dare un sostegno alla collettività in caso di povertà ma non solo. Abbiamo volontari disponibili a svolgere un servizio di sostegno per gli anziani a domicilio, una o due volte la settimana, magari sono autonomi, ma hanno bisogno di uscire con qualcuno, possono aver paura di cadere, non sono più molto stabili. Si va a fare le commissioni, a prenotare le visite mediche, con una nostra auto a Pinerolo facciamo il servizio di accompagnamento per esami e visite mediche, oppure a Torino o verso il Cuneese. Casa Betania è un altro centro di accoglienza per donne in difficoltà, aperto tutto l’anno, tutte le ore del giorno e della notte. Le donne che vengono da noi possono aver subito delle violenze, essere state cacciate da case, possono aver subito degli sfratti. A volte sono sole, a volte con bambini, possono restare un periodo di tre mesi, oppure di più a seconda dai progetti che sono stati fatti per loro. Tutte le persone arrivano su segnalazione dei Servizi sociali, dal Pronto soccorso, delle Forze dell’ordine, dalle parrocchie quando vengono a conoscenza delle difficoltà per queste donne. Andiamo in ospedale negli orari dei pasti, dal lunedì al venerdì, a pranzo a cena nei principali reparti (medicina, neurologia, chirurgia, traumatologia e dialisi). Tante volte sono persone anziane che hanno bisogno di essere imboccate, altre volte hanno bisogno di un po’ di compagnia. Siamo presenti nella Casa di riposo Jacopo Bernardo di Pinerolo dove si va a fare compagnia nel pomeriggio dalle 15 alle 17 per sostenere gli ospiti. C’è un’animatrice ma ha bisogno di qualcuno che le faccia da supporto. Per esempio, se giocano a tombola, bisogna vedere che gli ospiti mettano i numerini al punto giusto. Sono tutte persone molto anziane. A Casa Turina di S. Secondo, fanno un altro tipo di servizio, una volta la settimana i volontari si ritrovano per cucire gli indumenti degli ospiti, il bottone che si è staccato, la cerniera che non tiene, l’orlo. Anche nella Casa di riposo dell’Asl di Bibiana, i volontari vanno nell’orario dei pasti per imboccare. Infine, siamo presenti anche a Cercenasco nella Casa di riposo “Opera Pia Ceppi di Bairols” e nelle due strutture di Vigone. I servizi di accompagnamento a domicilio si svolgono a Roletto, Cercenasco, a San Secondo di Pinerolo e Pinerolo.»

Un elemento qualificante è la formazione che offrite ai volontari…

«I volontari magari non percepiscono il perché ma lo facciamo prima di tutto per far conoscere l’associazione dove si impegnano, così sanno cosa comporta far parte di un gruppo. Si fanno anche delle formazioni specifiche per far capire al volontario il tipo di attività che si vuole svolgere. Nel 2013 abbiamo svolto 32.218 ore, 299 è il numero di volontari, un bilancio abbastanza consistente.»

Come hai scoperto la ”mission” di fare la presidente?

«Purtroppo mi ci sono trovata, la presidente prima di me all’improvviso si è ammalata. Non c’era nessuno che avesse voglia di prendersi questa grana, una persona che lavora sicuramente non riesce ad essere così presente. Per ogni gruppo c’è un coordinatore che gestisce il proprio tipo di servizio. Abbiamo due dipendenti, una persona è a Casa Betania nell’orario notturno, non sempre si riesce a sopperire con i volontari, un’altra persona è impegnata in funzioni amministrative. Abbiamo convenzioni con il CISS, l’ASL, con la Comunità Montana, con il Comune di Pinerolo e, dove siamo presenti, con i Comuni del Pinerolese. Siamo inseriti nei Piani di zona del Ciss, nell’Ufficio del Tavolo delle Pari Opportunità. Abbiamo partecipato a un bando della Compagnia San Paolo per dare opportunità di lavoro con i “voucher” a persone che non avevano niente

Una criticità?

«Non c’è più questa spinta verso il mondo del volontariato, non credo sia solo un fatto dell’Avass ma credo sia un fenomeno generalizzato, dovremmo cercare di capire e trovare dei meccanismi per arrivare alla gente, non credo neanche che sia perché adesso la gente lavora più a lungo, ci sono alcuni tipi di servizio che si possono fare benissimo al di là della propria occupazione».

Piergiacomo Oderda

 

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