Facebook Twitter Youtube Feed RSS

Guarda le foto. Artissima, le gallerie d’arte portano colori e immagini da tutto il mondo

09/11/2016 9:07

Tutte le foto nella fotogallery 

 

“Vogliamo tutto” è il neon gridato di Alfredo Jaar (galleria Lia Rumma), così come sulla Biblioteca Nazionale di Torino spicca la luce d’artista “Cultura = capitale”, sempre dello stesso autore. Sono una chiave di lettura del primo week end di novembre in cui è possibile a Torino farsi una scorpacciata di arte contemporanea. All’Oval, sede di Artissima, le gallerie d’arte portano colori e immagini da tutto il mondo (le indico tra parentesi).

Un uomo solitario davanti ad una roccia è il primo sguardo, scatto di Domingo Milella per una galleria di Bari, al debutto nel contesto di Artissima (Doppelgaenger). Una variopinta serie di cartucce da caccia è lo sfondo ideato da Janis Rafa  per una galleria di Amsterdam (“Battlefield”, Martin von Zomeren). Altro neon, stavolta una dimostrazione sullo studio della gravità, è opera di Andrea Galvani (Artericambi). I neon sono materia creativa che ricorrono anche nelle gallerie Gabriel Rolt, sempre olandese e Francesca Minini (“Mare nostrum”, Milano).

Si vaga per gli stand alla ricerca di un’esperienza sonora e si incontrano i microfoni di Emiliano Maggi, avviluppati nella ceramica (Operativa) e i quattro megafoni collegati alla bicicletta della galleria siciliana Laveronica. Non può mancare l’horror con i pupazzi della galleria romana Z20, diretta da Sara Zanin, mentre a poca distanza scodinzola un animaletto filiforme (Umberto Di Marino). I bimbi notano curiosi la schiuma prodotta dalla “Bubble machine autocreative sculpture” di Davide Medalla (Enrico Astuni) oppure si fanno fotografare riflessi nello specchio di Goiffon & Beauté (Eva Meyer, Parigi). Scovano nelle resine di Satoshi Hirose ogni sorta di flora da sottobosco (Tomio Koyama).

Tra i temi emergenti, il tessile e gli animali. Nella galleria parigina Alberta Pane, si infittiscono fili rossi a mo’ di telaio, i colori più sgargianti sono sui tessuti di Sanford Biggers (Moniquemeloche, Chicago). Anche il retro dei ricami di Bertille Bak fa bella mostra di sé (The Gallery apart), due pietre tengono in forma un vestito di Tulio Pinto (Barò, San Paolo). Piccioni in terracotta grezza attratti dal cibo animano il divertente stand di Studio Sales, una volpe in piedi sorregge un vassoio (Sabrina Amrani, Madrid), si possono studiare le rotte delle migrazioni degli uccelli in un’opera di Pietro Ruffo (Lorcan ‘O Neill).

Per chi s’interessa di arredi, De Cardenas (Milano) espone tre quadri come piastrelle giganti di color blu cangiante mentre da Tucci Russo (Torre Pellice) notiamo due blocchi in pietra di Luserna dotati di bussola! Disegni geometrici srotolati a mo’ di pergamena sono opera di Michael Rakowitz (Rona Hoffman, Chicago) mentre un’esplosione di pietre e frammenti di muro contrassegna il progetto di Mauro Giaconi (“Otro tiempo”, Bendana /Pinel, Parigi). L’amante della tecnologia vintage sorride davanti ad una stampante con metri di carta traforata (Cristophe Gaillard) mentre un brivido corre per la schiena del tennista nell’ammirare le palline di Alina Chaiderer  (Antoine Lèvy). I patiti di calcio trovano bei palloni gialli pressati ne “Le solite cose” di Arcangelo Sassolino (Rolando Anselmi, Berlino).

Spiritosi gli interventi su spartiti di Giuseppe Chiari (Mazzoli, Berlino) e la roboante fontana con figure che paiono di cartapesta per la londinese Vitrine.

In collegamento con le mostre di taglio più giovanile, “Paratissima” e “The Others”, passiamo dai pneumatici dello stand Bugada & Cargnel di Artissima a quelli dii “The Others” (Acribia), di mutato colore, bianchissimi. Al vizio capitale “Luxury”, in giallo vistoso di Alexei Kostroma (401 contemporary) si oppongono una singolare opera di Alessandro Filippini con tutti i simboli religiosi (Riccardo Costantini) e le fragili campane della galleria belga Antonio Nardone (The Others). Un bimbo tenta di raccogliere le sue sorprese a Paratissima e vorrebbe al contempo giocare con  le barchette di carta di De Vecchi, Iera, Paulon (“Buongiorno Belgrado”). Per chi era fanciullo negli anni Ottanta, scoviamo un toro che ricorda Goldrake, il signor Bonaventura del Corriere dei piccoli e due splendide racchette da ping pong a specchio. Work in progress all’uscita con Topolino astronauta. Salti da parkour negli scatti di Gabriele Galimberti, “selfies” in giro per il mondo e splendide visuali su Torino di Massimo Masone, magica l’atmosfera di V. Po con i tram e le luci d’artista di Giulio Paolini.

Nella notte delle arti contemporanee, tra le gallerie torinesi, ci siamo imbattuti in uno sketch teatrale in inglese di Tom Johnson (Guido Costa), “Un piano nobile per un uomo alto”. Aldo Rendina ha reso in italiano un testo di William Hazzlit (1778-1830) sul rapporto tra il cittadino e il popolo che ad un certo punto appare in scena accalcato alle grate di una finestra che si apre. Le foto di Arno Rafael Minkkinen, finlandese, spaziano dalle grandi superfici lacustri ai particolari corporei dell’artista, in rigoroso e scultoreo bianco nero (Photo & Contemporary). Il verde della natura riappare quasi in contrasto con il bianco di “Whiteness” nelle opere dei torinesi Gioberto Noro (Alberto Peola). Tra i quadri di “pop art” (In arco), rubiamo ancora l’immagine di una bicicletta destrutturata di Mario Schifano (1934-1998).

Piergiacomo Oderda

Commenti