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Pinerolo: una città in crisi, anche occupazionale. Le scelte sbagliate.

25/06/2017 7:09

di Dario Mongiello

direttore@vocepinerolese.it

Il cambio: lavoro/variante urbanistica non funziona

La città di Pinerolo, alla luce della recente vicenda PMT, ha subito un ulteriore duro colpo che, non è altro, che l’ennesimo depauperamento delle nostre attività e delle nostre ricchezze. Abbiamo ripreso l’intervista fatta dal nostro giornale (aprile 2012. Giornale consultabile integralmente sul sito vocepinerolese.it) al consigliere comunale Mauro Martina in occasione della prima richiesta di variante urbanistica inoltrata dal Gruppo Nugo (ex Fonderia Beloit n.d.r.). Il consigliere Martina guardava con scetticismo alle risoluzioni del problema lavoro con le Varianti Urbanistiche.

“… è un aspetto molto più complesso e delicato, (diceva Martina) il principio di base delle varianti in questione non è l’urbanistica ma la crisi del lavoro. La crisi produttiva non può esser risolta solo variando la destinazione urbanistica dei siti industriali. Paradossalmente questo criterio potrebbe render più semplice il disimpegno degli industriali e comunque la delocalizzazione delle aziende della Città. Un Sindaco ha il mandato e il dovere di amministrare al meglio una città ma non di sostituirsi alle forze imprenditoriali. E’ un dovere morale mettere a disposizione tutti gli strumenti per intervenire nella ricerca di soluzioni per la salvaguardia del lavoro e della occupazione. Ciò non giustifica, però, che ad ogni alzata di mano di qualsivoglia imprenditore in difficoltà o meno vengano deliberati cambi di destinazioni d’uso urbanistici che comunque non garantiscono in automatico ed in assoluto il mantenimento o l’incremento della occupazione. Di queste situazioni la cittadinanza deve esser ben cosciente…”. “… E’ necessario varare uno strumento coercitivo affinché venga assicurato che l’incremento di valore derivato dal cambio di destinazione urbanistico sia effettivamente investito dall’imprenditore per la continuità e lo sviluppo dell’azienda. Se non seguiamo questa linea tanto vale chiedere prima agli industriali cosa vogliono fare in futuro. Il comune non deve sostituirsi agli industriali. C’è da chiedersi ancora se le varianti urbanistiche approvate o approvande possono produrre realmente dei benefici o valore aggiunto alla Città?”

Cinque anni dopo abbiamo voluto riprendere la vicenda “lavoro – varianti urbanistiche” chiedendo proprio a Mauro Martina una sua valutazione “aggiornata”.

Consigliere Martina, abbiamo riportato parte dell’intervista dell’aprile 2012 sulla vicenda Variante urbanistica Area ex Fonderia Beloit Italia.  A leggerle oggi la sua sembra una profezia, un appello non ascoltato, comunque un punto di vista sottovalutato.

“Direttore, lei diede spazio al nostro pensiero, ed io la ringrazio perché comprese la sostanza del discorso. Non si trattava di profezie ma di una semplice attenzione a ciò che si era già verificato in altre località e situazioni: un’azienda che varia la natura dei propri insediamenti è il campanello d’allarme, è l’inizio della fine”.

Anche l’amministrazione Salvai pensa di proseguire nella conferma nella linea politica della precedente amministrazione (PD) - e già utilizzata dalla giunta Alberto Barbero per l’ex Beloit-, con il rilascio del Permesso di Costruire a norma della Legge di deroga a favore PMT (o a chi ora subentra). L’attuale sindaco Salvai, quando era all’opposizione, era favorevole?

“No, l’attuale Sindaco non mi pare trovasse piena concordia per l’attuazione della deroga. Durante un consiglio comunale ho comunque espressamente richiesto che i valori derivati dalla patrimonializzazione del cambio di destinazione delle aree, come si ricavata da una Variante del genere, siano vincolati ed indirizzati ad indennizzare a salvaguardare in via prioritaria gli interessi economici dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro”.

Consigliere, oggi quali sono le sue considerazioni?

La solidarietà ai lavoratori penalizzati dalla crisi di questi anni, a quelli PMT e non solo. Rendo noto ai lettori alcuni dati del settore edile (fonte ANCE) che afferma che nella Regione Piemonte, per gli anni 2009 – 2016, ben novemila (9.000) imprese sono uscite dal mercato, con una perdita di 40.000 posti di  lavoro!”

Alla luce dei fatti, il nostro territorio, il pinerolese, brancola nel buio. Certo, nessuno ha la bacchetta magica ma, qualche riflessione, proposta o argomento è necessario farlo. Insomma una linea guida realistica, una presa di posizione, una programmazione e una pianificazione seria (e non parole), per rilanciare il territorio. Pinerolo deve diventare il capofila di questa iniziativa e evitare il nulla degli ultimi anni con l’inutile lavoro del sindaco Buttiero.  Le forze politiche, e non solo, dovranno pur reagire e non subire passivamente gli eventi !

Pinerolo ha oggettive difficoltà nel risollevarsi con le sole proprie forze. Il sindaco Salvai, in una sua recente intervista, invita a non cadere nel pessimismo ma, alla resa dei conti, chi non ha lavoro, o chi è in difficoltà, è giustificato alla sfiducia. Gli ammortizzatori sociali non risolvono in maniera strutturale la mancanza di prospettive”.

Quali soluzioni?

“Pinerolo ha un forte valore storico e culturale, una posizione geografica che, unita al suo paesaggio, al tessuto sociale, la rendono unica e di rilevante pregio. Il nuovo indirizzo organizzativo dei territori, riferimento alla Città Metropolitana, richiede un’attenzione che, dal passato, individui il futuro.

Oltre al riflesso con Torino sono prioritarie strategie e alleanze con i confinanti territori regionali; operare, in regime di squadra, con le realtà più floride della nostra Regione, può rappresentare un indirizzo per ampliare e potenziare le infrastrutture con la parte sud /sud – occidentale: con il cuneese oggi comparto ed attore di un sistema di crescente ed importante sviluppo. L’ annunciato raddoppio della SP 662 (Saluzzo – Savigliano – Marene ecc.) è da vedersi come un’opportunità, ma bisogna pedalare e non solo parlare. Bisogna cercare di proporre un raccordo fra i nostri territori, promuovere la possibilità di accogliere siti di produzione anche artigianali, e inserire il territorio quale satellite alla proposta turistica.”

Nello specifico a Pinerolo?

Stimolare con risorse ed incentivi anche il piccolo investimento. L’effetto economico di una proprietà abbandonata che si trasforma, o si recupera, aumenta il giro economico degli esercizi circostanti, favorisce il traffico pedonale, riduce il degrado e l’accattonaggio. Un edificio, o unità immobiliare, che migliora la propria facciata, reca beneficio, non solo allo stabile in cui si trova, ma a tutte le proprietà circostanti. Un nuovo posto di lavoro in un quartiere difficile è qualcosa di più di una possibilità di impiego, determina, infatti, benefici sociali sotto forma di riduzione dell’assistenza pubblica e del disagio. Realizzare queste esternalità è il segreto alla base di un felice sviluppo dell’economia locale, “quindi favorire l’insediamento, lo snellimento della burocrazia, sgravi sulle imposte comunali, diminuire il plateatico, favorire l’accesso al credito, in sostanza incoraggiare gli interventi di portata medio/piccola incentivando il recupero del patrimonio esistente.”

Nella foto Mauro Martina e l’ex PMT, ex Beloit…

 

 

 

 

 

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