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"Non è possibile metterci un’ora di treno da Torino a Pinerolo". Lo dice Morando del PD

04/09/2017 20:03

di Piergiacomo Oderda

 

A sorpresa, mi trovo di fronte il viceministro Economia e Finanze, Enrico Morando, vicino alla cassa del ristorante griglieria alla festa dell’Unità di Torino. Incentra il suo ottimistico intervento sulle condizioni finanziarie che dovrebbero permettere maggiori investimenti sul trasporto pubblico, tema principale della serata. Si prevedeva una crescita del PIL dell’1,1% ma già nei primi sei mesi abbiamo assistito ad un «tasso di crescita significativamente superiore». Nel 2015, il volume di investimenti pubblici è aumentato per la prima volta dal 2017. Nel 2016, pur essendoci maggiori risorse a bilancio, «concretamente la pubblica amministrazione ne ha spese di meno». Risultato del mancato funzionamento del Decreto Legge 66/2015 sull’accentramento della spesa ma soprattutto dall’immediata reazione di fronte al nuovo codice degli appalti, il numero di gare indette dopo l’aprile 2016 si è abbassato. «E’ possibile, tuttavia, nel 2018 avere uno shock positivo sugli investimenti pubblici anche nelle infrastrutture perché le città possano dare una svolta».

Oscar Serra, giornalista de “Lo Spiffero”, ricorda come la Metro1 sia stata finanziata da Stato e Comune di Torino (ancora ne paga le rate). La questione è se si sia ancora nelle condizioni per un investimento totalmente pubblico. Claudio Lubatti, consigliere comunale a Torino, competente in quanto ex Assessore ai Trasporti, Viabilità, Grandi infrastrutture, ammette che la Città stava aspettando col fiato sospeso le dichiarazioni del Ministro. Il dibattito, «viziato dal rallentamento dell’amministrazione rispetto alla costruzione della Metro2», si è “attorcigliato” intorno ai 10 milioni di finanziamento pubblico per la progettazione. La sindaca Appendino «ha convocato anche la nostra forza politica per un’alleanza che abbiamo accettato con responsabilità per salvaguardare l’infrastruttura». Occorre «cogliere le trasformazioni culturali sui temi della mobilità», la maggiore propensione per l’utilizzo del servizio pubblico, i “car sharing” e “bike sharing” ne rappresentano un esempio. Lubatti cerca di spiegare da tempo al Ministro Delrio che la “sete” di risorse per le infrastrutture va di pari passo con le risorse per l’esercizio. «Abbiamo costruito la Metro1, abbiamo trovato le risorse per allungarla ma c’è disattenzione sul fatto che le risorse vadano accompagnate da risorse per la gestione». Uno dei problemi di GTT è il “buco” tra quanto quotidianamente spende per far circolare i bus e la metro e quanto lo Stato tramite la Regione conferisce. La legge obiettivo con cui è stata finanziata la Metro 1 richiedeva un rapporto di settanta a trenta tra risorse statali e risorse degli enti locali. «Sussiste il rischio che quando il Ministro si lancia, le grandi città metropolitane non riescano a fare la loro parte». Servono strumenti finanziari diversi e «l’utilizzo del capitale private può essere anche una risposta».

Nadia Conticelli, presidente Commissione Trasporti Regione Piemonte, sottolinea la seconda parte del titolo della serata, “trasporto pubblico come strumento di sviluppo e di integrazione europea”. «GTT è la più grande azienda della Regione Piemonte». Il trasporto pubblico viene generalmente percepito quasi come un servizio assistenziale, si dà per scontato che sia in perdita, rivolto alle fasce deboli con prezzi calmierati, di qualità dubbia. «L’Europa lo vede invece come una chiave di volta dello sviluppo economico». Ciò vale tanto più per la presenza dell’arco alpino che consideriamo un peso anziché un volano di sviluppo. Tra fondi propri, ministeriali, europei sono passati cinquecento milioni sul trasporto pubblico nel bilancio regionale. Occorre rendere la GTT azienda efficiente ed efficace, facendo emergere i “know out” professionali. «La nostra Città Metropolitana è l’unica che confina con un altro Stato europeo». Delrio ha impostato una linea di indirizzo di cura del ferro per spostare quote del trasporto su gomma (tutt’ora il 90%) su ferro. Rispetto alle persone si assiste ad un cambio di mentalità. «Utilizzare l’auto perché consente maggiore efficacia e flessibilità non coincide più con il possesso del mezzo. Si va verso il trasporto collettivo». Le sfugge una battuta, non è possibile metterci un’ora per viaggiare da Torino a Pinerolo.

Nella foto da sinistra da sinistra Morando Conticelli Serra Lubatti Montà

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