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Mons. Derio Olivero e il suo libro “Un sogno per camminare” La bellezza in un libro

23/11/2017 17:57

Lo studio dell’epistolario di uno scrittore consente di ritrovare chiavi di lettura della sua poetica. Parimenti rivelatrice risulta l’analisi del testo “Un sogno per camminare” di Mons. Derio. Si consiglia a “La Fedeltà” di Fossano che ne ha promosso la pubblicazione di impostare un’eventuale ristampa corredata da un indice ragionato dei quasi centocinquanta personaggi da cui il nuovo vescovo di Pinerolo ha tratto spunto per i suoi contributi settimanali sul giornale diocesano di Fossano.

«Questa piccola rubrica settimanale mi aiuta a pensare a te che leggi». Tra le righe spuntano riferimenti all’attualità, all’anno liturgico, a vicende del territorio. Alcune attività sono riprese dalle fotografie, la “Mezz’ora di bellezza”, la mostra su Caravaggio, le vetrate di San Michele. “Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente” Il vescovo riprende le parole del card. Martini, da affiancare ad un adagio di Voltaire, “Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”. Come scrive Luciano Manicardi, priore di Bose, occorre “ritrovare nella comune opera di ricostruzione di una grammatica dell’umano il compito che ci sta davanti”.

Emerge spesso una raffigurazione dell’uomo «di corsa: scadenze, orari, progetti, agenda». «L’orologio ha vinto. Ora comanda lui. Detta lui i nostri ritmi». Diverso è lo sguardo di chi assiste allo spettacolo di «uno stormo di uccelli che si leva in volo», se vai forte in auto «perdi il cielo, il tramonto, i prati fioriti, le montagne». La virtù del coraggio è resa con la metafora dell’imbarcazione che non è stata costruita per restare in un porto, come si legge nel cammino verso Santiago. Si contrappone al ricorrere del termine “crisi”, dove la crisi fondamentale è «di futuro, di direzione, di senso». Non serve stare fuori e giudicare, occorre stare dentro e costruire come fa il contadino che «entra nel campo che ha, consapevole dei limiti di quella terra».

Dal titolo del libro emergono due parole chiave, “sogno” e “cammino”. Il sogno è uno «sforzo immenso per aiutare il mondo ad andare avanti». «Sono i sogni che muovono i piedi». Madre Teresa di Calcutta diceva di lottare «perché i sogni continuino a muovere i tuoi passi». “Chi non ha speranza è una persona che non cammina” scrive Giampaolo, bloccato su una sedia a rotelle. La Quaresima viene riletta come «quaranta giorni per allenarsi a camminare verso la Pasqua». «Siamo nati per camminare», «siamo vivi solo se ci manteniamo in cammino» e Gesù è «andato pazzescamente oltre», è Risorto.

Spesso, Mons. Derio si recava nella chiesetta di San Michele a Fossano per lasciare nell’urna un sogno e San Michele è protettore dei sogni. Quanto al cammino, l’itinerario dei giovani dalla Sacra di San Michele in Val di Susa alla chiesetta è segno di quanto la vera immagine della vita non sia la casa ma la strada.

Si scopre come mons. Derio giocasse a calcio. Ne ha ricavato quattro preziosi insegnamenti: l’agonismo («misurarsi con la realtà»), il caso («sviluppare creatività e fantasia»), la mimica («saper interpretare con immaginazione il ruolo»), la vertigine («sporgersi oltre le dinamiche dell’ordinarietà»). Inoltre, «per correre è necessario fermarsi per costruire un gioco di squadra».

Un’altra passione sono sicuramente i libri, “una casa senza libri è come se non avesse finestre”, osserva l’editore Gallimard, “fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici” (M. Yourcenar). Invita a visitare mostre d’arte per «ricordarci di essere artisti ogni giorno», «l’arte ci aiuta ad avere occhi capaci di vedere la bellezza».

Un occhio attento è rivolto anche ai giornalisti, «ogni giorno apri il giornale e sfogli pagine cariche di odio». L’inaugurazione di una scultura dedicata agli artigiani gli fa ricordare «quanti lavorano con impegno anche se i giornali non ne parlano». Incontra trentun giovani di quinta liceo e si chiede «perché i giornali non parlano mai di loro?».

Almeno tre le citazioni da Albert Einstein, con i giovani si è recato a visitare la sua città natale, Ulm; non bisogna mai smettere di fare domande, “il mistero è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza”.

Piergiacomo Oderda

 

 

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