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"La santità nel popolo di Dio paziente"

19/10/2018 8:58

di Piergiacomo Oderda

 

 

Ospite d’eccezione al teatro parrocchiale San Secondo di Torino, Luciano Manicardi, priore della comunità di Bose, presenta l’esortazione apostolica “Gaudete et exsultate”, “richiamo del Papa alla centralità della santità” nel senso di “vivere il battesimo, la vocazione cristiana fino in fondo. Non è riservata ai mistici, ad una perfezione morale, il santo celebra nella sua carne la vittoria della misericordia di Dio”. “Il quotidiano, le cose più elementari della vita possono essere attirate nello spazio della santità”. Un capitolo s’intitola “i santi della porta accanto” e al n. 7 si legge della santità nel popolo di Dio paziente, nei genitori che crescono con amore i figli, “nelle religiose anziane che continuano a sorridere”, insomma “l’eroismo del quotidiano”. Già Benedetto XVI diceva che la santità non fosse altro che “una carità pienamente vissuta”. “A Francesco sta a cuore la dimensione del dettaglio”. Nel n. 143 si cita l’importanza dei “piccoli dettagli quotidiani” nella vita comunitaria (familiare, parrocchiale, religiosa). Gesù è attento ai piccoli particolari, quando si esaurisce il vino in una festa, le due monetine che offre la vedova, la pecorella smarrita. “La figura di santo è il Cristo”. Si dovrebbe leggere il vangelo ponendo attenzione alle pratiche di umanità di Gesù di Nazaret (“guardate gli uccelli del cielo”) oppure ai dettagli (il moggio, la tavola imbandita, le anfore), “lì Gesù ha vissuto la relazione con Dio Padre”.

Al centro di “Gaudete et exsultate” c’è il racconto delle beatitudini, l’uomo delle beatitudini è il santo. Nel n. 169 si ribadisce come la magnanimità si riveli nelle cose semplici. Colui che è fedele nel poco, riceverà autorità su molto, occorre allenare lo sguardo per cogliere la grandezza di Dio anche nel quotidiano. “Il quotidiano è il luogo del culto, nel Nuovo Testamento l’essenza del culto non è rituale ma relazionale”, Karl Rahner descrive nel testo “Cose d’ogni giorno” (Queriniana, 2016; 1966) una fenomenologia del quotidiano come luogo di santificazione. “Il quotidiano per il cristiano è lo spazio della fede, scuola di sobrietà e di pazienza”. Nel n. 17 si cita l’esempio di un cardinale, Francesco Saverio Nguyên Van Thuân, che, trovandosi in carcere, viveva il momento presente colmandolo d’amore, afferrando le occasioni che si presentavano giorno per giorno, per compiere azioni ordinarie in modo straordinario. Al n. 129 ricorre un termine spesso indicato da papa Francesco in occasione delle consultazioni sinodali, la parresia. Con questo termine s’intende l’audacia dello slancio evangelizzatore, l’entusiasmo, parlare con libertà, “la libertà di un’esistenza aperta, disponibile per Dio e per i fratelli”.

 

Piergiacomo Oderda

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