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Banco alimentare: "il cibo non va sciupato!"

09/11/2018 10:17

 

di Piergiacomo Oderda

«Questa è l’ora in cui davanti al Cottolengo inizia a formarsi una colonna di persone in attesa di un pasto caldo». Così, di fronte agli asili notturni, al Sermig, al Gruppo Abele, si raduna «chi non ce la fa ed è costretto a rivolgersi ad enti caritativi per avere qualcosa». Riccardo Bosizio ha di fronte a sé nell’aula magna dell’istituto Avogadro a Torino le classi quinte. Illustra un’equazione che non funziona, «in diciotto minuti abbiamo prodotto 144 mila tonnellate di cibo e contemporaneamente 47 mila tonnellate di immondizia». Sfamiamo più di undici miliardi di persone, eppure «ottocento milioni non hanno da mangiare». «Otto milioni e mezzo muoiono perché non hanno cibo, di questi, sei milioni novecentomila sono sotto i dieci anni». Con alcuni video, presenta l’attività strutturata del Banco alimentare che organizza per il 24 novembre la 22^ edizione della giornata nazionale della colletta alimentare. «Il cibo non va sciupato!», si accalora Riccardo, «le persone ignorano lo sciupìo di centinaia di tonnellate di cibo. Studiate, questa società prenderà solo i migliori e solo chi saprà comprendere per cosa si deve studiare, per diventare ricchi di conoscenza».

Per il 24 novembre, raccoglie volontari per un triplice compito. Offrire con un sorriso un sacchetto giallo per «metterci un po’ di spesa per chi non ne ha. C’è bisogno di speranza! La gente di quaranta, sessant’anni fa la spesa e vede che un ragazzo ha deciso per quel giorno di non girarsi i pollici ma di spiegare che ci sono persone che muoiono di fame in un mondo di obesi». Porgere un volantino per spiegare i prodotti da comprare (per esempio, pasta, riso, cibo per l’infanzia, pannolini). Un altro gruppo gira davanti alle casse per raccogliere i sacchetti delle persone che hanno fatto la spesa. Il terzo gruppo inscatola separatamente il ricavato. Sono circa un migliaio gli studenti delle scuole torinesi coinvolte. Milleduecento i supermercato dove ci si può presentare al capoéquipe per chiedere come dare una mano. I turni di quattro ore per coprire la giornata di apertura del negozio possono valere come alternanza scuola lavoro, per i minorenni è disponibile un modulo da compilare da parte dei genitori per lo scarico di responsabilità.

Completiamo la mattinata con un tour nelle classi quarte e nei corsi serali. I ragazzi individuano la possibilità di sperimentarsi in un pomeriggio diverso in compagnia degli amici, scegliendo magari il supermercato dove già si ritrovano nel tempo libero. Fioccano alcune domande su come contribuiscano gli enti locali, sulle quasi novemila strutture certificate destinatarie degli aiuti. C’è chi ha lavorato nel settore ed ha ben presente la quantità di cibo mandata al macero quando mancano iniziative di questo genere. Un allievo del serale stringe con energia la mano a Riccardo e lo ringrazia per il lavoro volontario che sta svolgendo.

Piergiacomo Oderda

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