Facebook Twitter Youtube Feed RSS

I Cavalieri Templari nel pinerolese. Prima parte

31/12/2018 11:40

Testimonianze sulla presenza dei mitici frati-guerrieri

I Cavalieri Templari nel pinerolese

    

 

di Dario Poggio

Parte prima

" Templari, frati-guerrieri amati da Dio e ordinati al suo servizio rinunciarono al mondo e si consacrarono a Cristo. Con voti solenni si impegnarono a difendere i pellegrini contro gli attacchi degli infedeli, dei briganti e dei predatori. Osservavano la povertà, la castità e l'obbedienza".  Alcune sere fa sono stato con amici a Murello, piccolo Comune di campagna a pochi chilometri da Cavour, paese che ho appreso fu per molti anni stabile sede di una "Comanderia" dei Cavalieri Templari ovvero l'Ordine dei Monaci - Guerrieri (Pauperes commilitones Christi templique Salomonis).

A tal proposito, la storia ci racconta che nel 1055 il vescovo Cuniberto di Torino concesse la proprietà di terreni nel territorio di Murello all'Abbazia di Santa Maria di Cavour. Dopo molti anni e vicissitudini tali terre passarono in proprietà al marchese Belengero di Busca che, nel 1211, le concesse a sua volta in feudo ai cavalieri Templari. Come consuetudine dell'Ordine questi vi si insediarono stabilmente costruendo una Chiesa ed un Castello. Chiesa e Castello tuttora esistenti.

"Il 7 aprile del 1266, (riporta lo storico Giorgio Di Francesco nel suo libro " Barge - aspetti di civiltà rurale tra Alpi e Pianura Padana") Praeceptor dell'insediamento era un Federicus de Bargijs, personaggio certamente appartenente alla famiglia consortile dei signori di Barge.

Il legame di tali signori con l'Ordine Militare Templare è confermato anche da alcune testimonianze iconografiche di un certo rilievo, come il " Dipinto di Cantogno " una crocifissione che Oreste di Santanera attribuisce ad un periodo anteriore al 1230. Su tale opera, l'esperto d'arte faceva rilevare che:

 " I bracci della croce terminano in strombature, come se alla loro estremità fossero stati inseriti tronchi di piramide dai fianchi curvi; non è questo, evidentemente un motivo realistico ma araldico. Questo tipo di croce è denominato " Croce patente alle estremità" e si trova, tra l'altro in sigilli di Templari " .

Tuttavia, occorre dire che non vi sono prove certe che esistesse una simbologia specificatamente Templare o uno stile unico, una vera arte contraddistinta come Templare. Si può però dire che le chiese Templari erano semplici e generalmente a pianta rettangolare o con la sommità della croce absidata ma comunque sempre molto sobrie. Lo stesso dicasi delle loro fortezze o castelli sempre austeri seppur imponenti.

Nel 1314 a seguito della soppressione dell'Ordine dei Templari i loro beni in terra di Murello passarono ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (o Gerosolimitani) e successivamente all' Ordine di Malta.

Ricordiamo che, nel tardo medioevo, in tutto l’occidente (Piemonte compreso) distrutta l’antica civiltà romana, una potente classe di signori (Feudatari) gestiva una immensa ricchezza fondiaria con autorità assoluta dominando su una massa di, purtroppo, poveri ed ignoranti contadini.   

Autorità assoluta che veniva esercitata con armigeri assoldati ma anche con l’ausilio di “cavalieri”; quasi sempre giovani “cadetti” delle famiglie nobili, specialisti nell’arte della guerra ma spesso dotati, almeno in teoria e distinguendosi dalla soldataglia, di un etico codice comportamentale.

Dall’altra parte vi era il potere religioso e temporale del Papato e della Chiesa, anch’essa proprietaria di vasti possedimenti territoriali che andavano comunque “difesi” dagli usurpatori e dagli invasori.

Da questa necessità presero forma le “Milizie al servizio di Dio e della Chiesa ” dando origine ai primi “ Ordini Religiosi-Militari “.

Ovviamente, il cristianesimo era ed è una religione “ pacifista” ma già dal IV secolo, diventando la religione ufficiale dell’Impero Romano, dovette in qualche modo affrontare lo scottante tema della “Guerra”. Con la riforma “ Gregoriana” che prese il nome da Papa Gregorio VII (1037-1085) nacque il concetto di “ Guerriero al servizio di Dio “ ma, un guerriero, inteso come difensore dei poveri e degli indifesi.

Infatti, con la prima Crociata (la liberazione di Gerusalemme e la formazione degli stati Cristiani di Edessa, Antiochia, Tripoli e Gerusalemme), sorse la necessità di difendere i pellegrini in visita al Santo Sepolcro.

Nacque così l’Ordine del Tempio, il primo Ordine religioso-militare fondato nel 1118 da Hugo di Payns su specifica richiesta di Bernardo di Chiaravalle e riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa nel 1129. I primissimi cavalieri ordinati furono undici ma poi con il tempo divennero migliaia.

L'Ordine ebbe la sua prima sede nel luogo dove si riteneva che nell'antichità sorgesse il tempio di Salomone.

I cavalieri, portavano capelli corti, baffi e barba e come divisa indossavano, una tunica bianca con croce rossa sulla cotta di maglia di ferro e mantelli bianchi con una grande croce rossa sulla spalla sinistra.

Il “ Templare” è, innanzitutto un religioso che pronuncia i tre voti  di castità, obbedienza, povertà e come un monaco vive secondo una " Regola" ma deve anche impegnarsi a combattere con le armi per una giusta causa e per difendere Dio e la sua Chiesa.

Giusta causa fu considerata, a quei tempi, la presa e la difesa di Gerusalemme e dei luoghi Santi.

I Templari furono, dalla tradizione popolare, associati anche al grande mistero medioevale della ricerca del Sacro Graal, il calice dell'ultima cena.

Molto famoso fu anche l’Ordine degli Ospitalieri ovvero i Cavalieri di San Giovanni dell’Ospitale. Puramente caritativo (accoglienza dei pellegrini in terra Santa) all’inizio l’Ordine di San Giovanni si trasformerà, per necessità, anch'esso in ordine religioso–militare come i Templari quasi eguagliandoli in potenza e fama. Gli Ospitalieri, infatti, condivisero con i Templari la responsabilità quasi totale della difesa degli insediamenti latini d' Oriente e delle vie di pellegrinaggio in terra Santa.

                                                                                                 Dario Poggio

Continua nel prossimo numero...

Commenti