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Migranti. Dott Paolo Narcisi: Sea-Watch: un oltraggio all'umanità.

08/01/2019 20:18
 
di Piergiacomo Oderda 
Chiediamo a Paolo Narcisi, presidente dell’associazione “Rainbow for Africa”, un parere sulla situazione dei quarantanove profughi bloccati sulle navi delle Ong Sea-Watch e Sea-Eye. Risulta evidente «una strumentalizzazione dell’episodio, in questi giorni stanno arrivando migranti sulle coste italiane con altri mezzi». Ciò che avviene sulle due navi di provenienza tedesca e olandese si configura come «una palese violazione dei diritti umani» nell’impedire a donne e bambini di riparare in un porto sicuro. «Assurdo il giochino tra le cancellerie europee», si discute su 49 persone, se prenderne in carico quindici, «un paradosso allucinante» rispetto ai seicento milioni di abitanti dell’Unione Europea. L’unica risposta alla questione sul motivo di tale strumentalizzazione consiste nel «mascherare quello che succede agli occhi dell’opinione pubblica». La supposta “invasione” di 49 persone in pericolo per la sopravvivenza è indice del metodo per gestire il potere, quello di «cercare un nemico». «La società civile deve cercare di cambiare questo modo di narrare le vicende». Con i suoi volontari sta organizzando una manifestazione simile alle donne indiane che formano una catena umana (fa riferimento probabilmente al recente accesso di due donne in un tempio hindu, dopo il quale taluni hanno avviato immediatamente pratiche di purificazione). Il dott. Narcisi si sofferma su un’evidenza, «la protesta la stanno facendo le persone di un certo livello sociale, dell’università, della scuola». Si tratta di capire invece come parlare alla gente comune, i politici sono bravi a «stimolare gli istinti più bassi». E’ necessario che «la società si riappropri dei buoni istinti e dei buoni ideali». Il mondo della cultura, dell’università, dell’imprenditoria ha compreso che «questo governo sta sprecando delle occasioni». Anche i politici «devono reimparare a parlare alla gente. Lo dico da non credente, l’unico che sta parlando è il Papa, anche lui con le sue difficoltà con una buona parte del clero. Non abbiamo più una voce di sinistra, ma neanche di un cattolicesimo politico. Dal centro verso sinistra manca una voce che sappia parlare al cuore della gente».
Gli domando come pensa che sia la situazione sulla nave, data la professione di medico. «Abbiamo lavorato in mare da fine 2016 a inizio 2017, in questo periodo eravamo in mare». Il Mediterraneo si presenta spesso in burrasca, in tempesta. Il consumo di medicinali era determinato dal fatto che la gente vomitava dall’inizio a fine missione. «Il mare è agitato, sono navi piccole». La nave dell’Ong Sea-Eye è un peschereccio di ventisei metri riequipaggiato nel 2015 per le missioni di soccorso. «Uomini e donne e bambini sono in situazione precaria, arrivano dalle prigioni libiche». La denuncia assume toni decisi, si tratta di «oltraggio all’umanità, sarebbe una buona idea una denuncia al Tribunale dell’Aia nei confronti dei governanti europei». Si tengono in contatto con le altre associazioni per promuovere una catena umana di sensibilizzazione.
Piergiacomo Oderda
 

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