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Cavalieri Templari nel Pinerolese. Seconda parte

22/01/2019 17:02

Testimonianze sulla presenza dei mitici frati-guerrieri    

di Dario Poggio

Parte seconda (La prima parte qui: https://goo.gl/v2fR9B )

"Templari, frati-guerrieri amati da Dio e ordinati al suo servizio rinunciarono al mondo e si consacrarono a Cristo. Con voti solenni si impegnarono a difendere i pellegrini contro gli attacchi degli infedeli, dei briganti e dei predatori. Osservavano la povertà, la castità e l'obbedienza".

 I Templari erano quindi oltre che frati anche e soprattutto dei guerrieri formidabili, ben addestrati e ben armati. La regola prevedeva spesso dispense dal regolare servizio divino e consentiva di raggruppare gli uffici di preghiera di ora prima, terza e sesta in un unico ufficio. In tal caso rimanevano quindi molte ore dedicate agli addestramenti militari. Il principale di questi era rappresentato, oltre che all'uso della pesante spada, dalla carica di cavalleria pesante (una tecnica non facile che prevedeva estenuanti allenamenti), cariche che dovevano essere condotte ed eseguite in modo da risultare irresistibili e travolgenti. Il cavaliere portava una cotta di maglia di ferro ed una sopravveste di stoffa ricopriva l'armatura per proteggere dagli ardori del sole. Vi erano poi l'elmo cilindrico od arrotondato e delle lamine di ferro a protezione del collo. Il cavaliere si riparava con uno scudo e durante le cariche usava una lunga lancia. In combattimento i cavalieri erano raggruppati per squadroni o ècheelles (vi erano squadroni di cavalieri, di sergenti e di scudieri) ed un cavaliere scelto portava il gonfalone che doveva essere difeso ad ogni costo. Il comandante dello squadrone era il Maresciallo.

 In guerra i Templari avevano a disposizione tre cavalli di cui uno più robusto detto " Da guerra". Il cavaliere del Tempio era solitamente assistito da valletti (o novizi anch'essi già ben addestrati al combattimento) e palafrenieri. Pochi cavalieri Templari erano in grado di sconfiggere un gran numero (anche 10 volte superiore) di guerrieri nemici.

Gli innumerevoli combattimenti e gli scontri contro gli eserciti infedeli del " Saladino" in Terra Santa, scontri affrontati spesso in svantaggio numerico ma quasi sempre vittoriosi, contribuirono a creare un alone e una fama di eroismo ed invincibilità ai cavalieri.

I Templari rappresentarono la continuità con le Crociate in Terra santa combattendo gli infedeli per la sua difesa ma successivamente, con il consenso del Papa ottenuto nel 1146, combatterono contro i mussulmani in Spagna ma anche in altre campagne militari in Europa (non sempre contro gli infedeli).

I Templari ricevettero doni ed elemosine necessarie per la loro opera in terra Santa ma anche terre, possedimenti, chiese, castelli e rendite in tutta Europa divenendo, di fatto, potentissimi (sottomessi solo al Papa) ma anche invidiati ed odiati da molti amici e nemici fino a quando nel 1307 il Re di Francia Filippo IV il Bello, per pure questioni di potere economico-politico, li fece arrestare con la falsa accusa di eresia (ammessa da alcuni solo sotto tortura). Il 18 marzo del 1314 il Gran maestro dell’Ordine Giacomo de Molay con alcuni altri cavalieri furono giudicati colpevoli, condannati e bruciati sul rogo.

Al concilio di Vienne, l’Ordine venne soppresso e i suoi beni trasferiti in prevalenza agli Ospitalieri ed ai cavalieri di Malta.

A più di sette secoli dalla soppressione dell'Ordine dei Templari il fascino e l'interesse che questi monaci /cavalieri suscitano è ancora grandissimo. Su di loro si sono scritti moltissimi libri, articoli e molteplici ricerche / studi che hanno cercato di sviscerare ogni aspetto della loro storia e della tragica fine.

Un alone di mistero, principalmente legato all'apparente incongruenza di essere contemporaneamente monaci integralisti e valorosi guerrieri ha alimentato nel XVIII e XIX secolo la più bieca fantasia dell'immaginario popolare costruendo su di essi una falsa mitologia (con accuse di idolatria, eresia, magia nera, arricchimenti impropri, tradimento, sodomia...ecc. ecc.).

Oggi nel mondo ed in Italia esistono molte Associazioni e Confraternite che si ispirano, nelle intenzioni, alla più corretta ed etica " Regola" Templare dichiarandosi successori e continuatori morali dell'antico Ordine tra cui alcune riconosciute dalla Chiesa seppur come semplici Associazioni di laici.

Ritornando nelle nostre zone, sono storicamente accertati e documentati oltre alla Casa / Comanderia Templare di Murello (di cui esistono ben cinque antichi documenti comprovanti), antichi insediamenti Templari nell’Abbazia Cistercense di Staffarda mentre, al limite del reale, potrebbe essere considerato il presunto passaggio dei cavalieri del Tempio sulle pendici del Mombracco. Passaggio comandato per scortare e difendere le pie suore della Certosa di Buonluogo e Molaro inviate dal Vescovo di Torino Giovanni Arborio sul Mombracco per popolare e dare vita al piccolo monastero "La Certosa del Mombracco" eretto nel 1250 dal sacerdote Taurino. Una presenza Templare questa tramandata in molti racconti popolari ma anche in parte suffragata dalle tante croci stilizzate incise sulle pietre del monte, croci che l'antica memoria attribuiva ai mitici cavalieri.

Inoltre, sull'argomento della presenza di Templari nelle nostre zone, sempre lo scrittore e storico Giorgio Di Francesco riporta nel suo libro " Barge - aspetti di civiltà rurale tra Alpi e Pianura Padana": Nel famoso atto con cui il Marchese Tommaso di Ponzone, il 3 febbraio del 1263, rilasciò quietanza ai Monaci di Staffarda, compare un testimone indicato come "Dominus Templerius ".   

A Pinerolo, secondo lo storico Pittavino: " I famosi cavalieri del Tempio prendevano stanza" intorno al 1235 e " possedettero case e beni " come comprova un atto di enfiteusi del 1248 tra Ardizzone Abate dell' Abbazia di Santa Maria e un tale Ogerio de Pinavia. 

Tuttavia, la sede principale pinerolese “Magione dei Tempieri” si trovava invece «Prope et extra castrum loci Pineroli», ovvero appena fuori le mura della città.

La storia ci tramanda ancora il nome di un cavaliere Templare pinerolese, un certo Jacobus de Pagano che sarebbe stato di addirittura discendente di Hugo di Payns primo Gran maestro e fondatore dell'Ordine dei Cavalieri .

In valle Varaita e più precisamente a Valmala vi è una Chiesa, restaurata nella seconda metà del 1800 che porta sulla facciata una lapide in pietra con sopra incisa " Questo antico delubro dei Templari fondato nel millesimo anno di nostra salute..." (da " Guida all'Italia dei Templari" di B. Capone, L. Imperio, E. Valentini)

A Vercelli vi è un documento che prova la proprietà dei Templari, in data 18 giugno del 1179, del rifugio per pellegrini di San Giacomo d’Albareto.

Molte altre testimonianze comproverebbero la presenza dell'Ordine in molte altre città e paesi del Piemonte (tra cui, Torino, Cuneo, Alba, Ivrea, Moncalieri, Chieri, Casale e Novara).

In pratica, quindi, in quasi tutte le provincie piemontesi vi furono insediamenti Templari.

Lo scorso  6 ottobre sull'argomento " Storia dei Templari", si è tenuta proprio a Murello una conferenza tenuta dallo storico e studioso dott. Giorgio Mauro Ferretti (Magister e fondatore nel 1965 dell'Associazione "Templari Cattolici d' Italia") che intende riportare i Templari di oggi nella grande famiglia della Chiesa come "Ordine Monastico e Militare " in analogia, ad esempio, con l'Ordine Militare di Malta. (Nel corso del convegno il Magister ha spiegato che per diventare oggi un membro dell'Ordine del Tempio italiano occorrono volontà e fede. I novizi sono in attesa di confermazione per un anno durante il quale possono recedere in qualsiasi momento. Dopo un anno di preparazione, il novizio passa armiger, poi miles, infine eques iustitiae. Prima di prestare giuramento trascorre tre giorni di digiuno e astinenza completa. E come gli antichi cavalieri di un tempo fa la sua "veglia d'armi" in piedi, in preghiera e meditazione all'interno di una chiesa. Tutta la notte).  

Per quanto concerne Cavour, non vi sono documenti ufficiali che comprovino il passaggio o la sosta di antichi cavalieri Templari propriamente in loco, tuttavia è ben probabile che essi (almeno quelli che risedettero nella vicina "Casa / Comanderia " di Murello o insediati / ospitati nell'Abbazia di Staffarda) abbiano avuto interscambi e rapporti con gli Abati di Santa Maria o con i Castellani di Cavour sia in termini puramente religiosi che commerciali e militari. 

" Quando morirà l'ultimo cavaliere sarà finita la civiltà"

 

                                                                                                                      Dario Poggio

 

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