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Sergio Chiesa: le vitamine dei cent'anni

16/03/2019 9:09

Parla in piedi, tono deciso, suadente. Sergio Chiesa adotta la figura retorica della “captatio benevolentiae” con i valdostani, solo fra di essi ha trovato qualcuno con un patrimonio sufficiente di vitamina D. Il responsabile dell’associazione “Cibo è salute”, ambasciatore in Piemonte del pensiero elaborato dalla dottoressa Kousmine sulla cura delle malattie anche grazie ad un ritorno all’alimentazione tradizionale, proietta una lunga serie di “slides” sulle vitamine dei cent’anni, la vitamina D e la K2 di fronte ad una sala consiliare del comune di Cogne letteralmente stracolma.

Conosciuta come “vitamina delle ossa”, la vitamina D è intesa da alcuni studiosi come un superormone regolatore di molte funzioni dell’organismo. Risale al 1919 la scoperta di Huldscinsky della guarigione dal rachitismo grazie all’esposizione ai raggi ultravioletti. Tre anni dopo la scoperta delle qualità dell’olio di fegato di merluzzo, la struttura della vitamina D viene identificata nel 1930 da Windaus. Il “colecalciferolo” (Dibase) viene idrossilato dal fegato e diventa “calcifediolo” (Didrogyl). Idrossilato a sua volta dal rene diviene principio attivo, “calcitriolo” (Rocatrol). Si sono scoperti dei recettori della vitamina D (VDR) nel cervello, muscoli lisci, mammelle, prostata, cellule del sistema immunitario. Si cita a questo punto uno studio scientifico del 2003 (fra gli autori il dott. Isaia, autore del testo “Invecchiare senza invecchiare”) che attesta la vitamina D nel 76% di un campione di donne postmenopausa (inferiore a 12 ng/ml); sono di pochi anni fa le linee guida per la supplementazione della vitamina D. Sergio Chiesa si sofferma sulle sue funzioni: l’aumento dell’assorbimento renale e intestinale del calcio, l’assorbimento del fosforo nei tubuli renali. Gli osteoblasti e gli odontoblasti producono osteocalcine e le “gla-protein”. Quanto al riassorbimento osseo, ad alte dosi provoca la mobilizzazione del calcio, un processo di continua demolizione e ricostruzione delle ossa. Produce proteine muscolari, il reticolo sarcoplasmatico, essenziale per la contrazione muscolare. Carenza di vitamina D provoca a livello istologico la sostituzione del tessuto muscolare con cellule adipose e tessuto fibroso. Altre conseguenze: miopia prossimale (difficoltà ad alzarsi dalla sedia, p. es.) e sarcopenia (riduzione della forza muscolare). Interviene ancora su linfociti e macrofagi contribuendo a lottare contro le malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla. Produce “catelicidina umana”, un peptide che combatte microbi, la cui carenza potrebbe essere fra le cause dei picchi invernali della sindrome influenzale. Assume infine un ruolo significativo contro la depressione. Un controllo costa intorno ai 25 euro, sia come ticket Asl che in strutture private. Si dovrebbe pervenire ad un “range” tra i 30 e i 100 ng/ml. Sergio Chiesa consiglia “assunzione protratta per sempre senza interruzione”, il dosaggio va predisposto da un medico. Il problema da cui scaturisce la seconda parte della conferenza consiste nel fatto che l’osteocalcina viene attivata dalla vitamina K2. “Menachinoni 4” sono presenti nella flora intestinale di vacche al pascolo che mangiano erba verde. Sergio Chiesa si è procurato un “ghee”, burro chiarificato da mucche al pascolo verde irlandesi, «costa come il caviale!». Propone ai produttori valdostani «un filo di fontina in meno e un po’ di burro in più!». “Menachinoni 7” è la K2 presente in coltura batterica su soia cotta e fermentata, il “natto” giapponese, purtroppo estremamente puzzolente. Sergio Chiesa la consiglia negli ultimi cinque mesi di gravidanza per il problema dei denti storti, indagato da Weston Price (“Nutrition and Physical degeneration”, 1939). Si è chiesto: «Cos’è cambiato nel nostro stile di vita? Vado a vedere nei posti del mondo dove le cose non sono ancora cambiate». E’ arrivato nel Lötschental svizzero, «una valle assolutamente isolata, fra due catene altissime di montagne». Non c’erano denti storti, pochissime malattie cardiocircolatorie. Chiesa scandisce lentamente: «Perché falliscono le cure contro l’osteoporosi? Senza la k2 il calcio non viene portato, continua a circolare nel sangue ma non viene portato sulle ossa». La vitamina K2 oltre al burro da pascolo verde è presente nelle uova delle galline allevate su prati di cui tesse l’elogio: «hanno un terzo di colesterolo in meno, un quarto di grassi saturi in meno, il doppio di acidi grassi omega 3, il triplo di vitamina E, sette volte di più di betacarotene, il cinquanta per cento in più di acido folico, il settanta per cento in più della vitamina b12». «L’eccesso di calcio circolante si deposita nelle arterie, nelle vene varicose. La vitamina K2 tira via il calcio dalle arterie, dai tessuti molli, chi ha le vene varicose provi, bastano quattro, cinque mesi».

«Queste due vitamine lavorano meglio in presenza di vitamina A. E’ presente sotto forma di betacarotene nelle verdure. Serve per la crescita e sviluppo dell’organismo, nella gravidanza, ha un’importante funzione per le membrane cellulari, serve moltissimo per gli occhi, per la retina». Ne consiglia l’assunzione di 900 microgrammi, anzi ha fatto preparare dalla sua farmacia di riferimento che spedisce in tutta Italia, la farmacia Sguazzini a San Pietro Mosezzo (NO), una compressa che unisce il fabbisogno di vitamina A a 200 microgrammi di K2. Quanto alle sole pillole di vitamina K2, «il più grosso handicap è il prezzo, non costa niente e nessuno reclamizza vitamine che non costano niente. La migliore qualità, “Vitamaze”, su Amazon vi costa 39 euro l’anno».

Piergiacomo Oderda

 

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