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Successo ed interesse al concerto al Tempio Valdese di Torre Pellice

28/08/2019 13:31
 
 di Giovanna de Liso
 
Ieri sera, 27 agosto,  alle ore 21, un nutrito pubblico si è recato al Tempio valdese di Torre Pellice per ascoltare un interessante concerto, il cui tema conduttore per gli autori eseguiti è stato individuato dal M° Walter Gatti come “Hungarian Rhapsody”. L’inusuale repertorio ungherese eseguito è stato già protagonista con il medesimo cast corale italiano in altri tre concerti: a Budapest (27 aprile 2019), a Torino (27 maggio 2019) ed a Cuneo (18 maggio 2019). Hanno partecipato per il repertorio ungherese e quello di Felix Mendelssohn Bartholdy i cori “Amici di voce” di Torre Pellice, il Coro dell’Istituto Civico Musicale “Corelli” di Pinerolo ed il Coro Valdese di Torino, l’organista Federico Ragionieri, il mezzosoprano Rossella Giacchero, diretti dal M° Walter Gatti, mentre il brano barocco “Singet dem Herrn” di Johann Pachelbel, per due cori e strumenti, è stato eseguito con la partecipazione anche del Coro e dell’Orchestra degli ex studenti dell’Università di Bamberg, diretti dal M° Michael Goldbach, già noti in valle per le loro tournée passate.
La pregevole esecuzione del concerto ha sottolineato, con la scelta dei brani musicali, l’impostazione spirituale ed estetica dei compositori protestanti: salmi e corali per organo solo o per coro ed organo e questo si allinea perfettamente allo spirito del contemporaneo Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi.
Vale la pena soffermarsi sull’autore eseguito Zoltán Gárdonyi (1906-1986), esponente novecentesco significativo della musica sacra protestante ungherese. Nei “Tre preludi a corali” (Ein feste Burg-Szelíd szemed, Úr Jézus- Az Ùr Isten az ém reménységem) per organo solo emerge lo stile di elaborazione dei temi corali, spesso ricordanti quelli di Olivier Massiaen, di Max Reger e persino di César Franck. Seguono per coro ed organo il brano “Mondjatok dícséretet” (Cristiani, glorificale il Signore Iddio), caratterizzato da una commovente e lineare condotta dei temi affidati soprattutto alle voci acute, poi il brano “Az Úr szabadított meg” (Canterò all’Eterno).
Del nipote di Zoltán, Zsolt Gardonyi (*1946), sono stati eseguiti per organo solo “Tre preludi a corali” (Ein feste Burg-Őrvendj egész föld az Istennek-Úrnak szolgái mindnyájan). In essi le analogie compositive con quelle del nonno sono visibili, ma emerge una maggior gagliardia nelle evoluzioni di scale e variazioni tra le note dei temi dei corali.
Seguono ancora di Zsolt Gardonyi il magnifico e suggestivo brano per coro ed organo “ Gott, unser Schöpfer” ed il molto applaudito “Magnificat” per mezzosoprano ed organo.
Il “Salmo 114” per coro ed organo di Zoltán Kodaly (1882-1967) ha esemplificato lo stile di questo grande esponente musicale del secolo scorso, rivoluzionario soprattutto per la didattica della musica proposta a tutti fin dalla tenera età: commovente il tema del salmo che si espande in tensione spirituale verso gli acuti, mentre ad esso si articolano le variazioni di regeriana memoria.
Successivamente sono stati eseguiti il Salmo 43 “Richte mich Gott”, per coro a cappella di Felix Mendelssohn Bartholdy ed ancora dello stesso autore il Salmo 55, liberamente elaborato, per soprano, coro ed organo, nelle cui pagine, soprattutto in quelle affidate al soprano, emergono gli accenti di una spiritualità drammatica, data da intervalli eccedenti ed ampli, quasi a ricalcare la poetica teologica di J. Sebastian Bach, soprattutto nei suoi recitativi delle Cantate od Oratori.
Termina il concerto la Cantata di Johann Pachelbel (1653-1706), per due cori  ed orchestra, diretti dal M° Michael Goldbach, molto apprezzata dal pubblico e ripetuta in bis.
Giovanna de Liso
 
 

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