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Il crocifisso non è il problema

05/10/2019 10:02

di Samantha Valfrè

Al giorno d’oggi l’istruzione è fondamentale per poter trovare un’occupazione, riuscire a riformare la scuola, in maniera tale che questa prepari gli studenti al mondo del lavoro, sarebbe auspicabile. L’istruzione dovrebbe essere plasmata sul mondo del lavoro, ministero del lavoro e dell’istruzione dovrebbero collaborare in una riforma, che permetta alla scuola di coprire le richieste del mercato del lavoro. Prima di questo complicato progetto, di difficile spiegazione ed ancor più difficile attuazione, c’è una questione in sospeso da risolvere, di vitale importanza per la formazione dello studente italiano: il crocifisso in classe ci vuole o non ci vuole? Questo “uomo” inchiodato ad una croce lo vogliamo togliere o no? Cosa offende di più? La sua assenza o la sua presenza? Questa discussione ogni tatno ritorna, quando non si sa cosa dire o cosa fare, o come raccogliere consensi, perché queste sono le sottigliezze alle quali si aggrappano in tanti, il che è preoccuppante visto ciò che ci sarebbe veramente da fare di importante per poter migliorare la vita del paese. Da una parte sostengono che potrebbe essere offensivo per chi professa una fede differente da quella cristiana, penso che un crocifisso non offenda nessuno, poi la religione cattolica è parte della cultura italiana, l’integrazione prevede che lo straniere rispetti la cultura del paese che lo ospita. Per assurdo io potrei sentirmi offesa da una donna che porta il velo, vanificando così i sacrifici e le battaglie delle femministe, che oggi si sono spinte fino all’inverosimile necessità di declinare ogni mestiere al femminile, pur di sentirsi alla parità degli uomini, ammettendo così di sentirsi inferiori, ma che non si prodigano in battaglie per queste donne che, per libera costrizione, indossano un velo. Dall’altra parte si attaccano al crocifisso come ad un simbolo inalienabile della cultura italiana, in realtà è un modo per affermare “qua è casa nostra e decidiamo noi”, concetto non del tutto sbagliato, ma che strumentalizza un simbolo religioso inutilmente. Basterebbe promuovere delle leggi che trattano lo straniero come l’italiano stessi diritti e stessi doveri, l’integrazione non prevede privilegi ma parità. Poi ci sono gli eterni indecisi che, siccome il crocifisso non è nel programma di governo, non se ne può parlare. La loro platea di elettori è talmente eterogenea che non sanno neanche loro se dire si o no.

Perchè non facciamo un bel referendum per decidere? Così si mettono l’anima in pace e possono lavorare tranquilli!

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