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Festa Unità di Torino. Dai Big del PD al popolo... sovrano

Nell’attesa degli agnolotti al ragù del ristorante della Festa Democratica Metropolitana di Torino, sento un tramestìo di voci. Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme Costituzionali, si fa fotografare in mezzo ai cuochi e vicino a Stefano Lepri, Vicepresidente dei senatori PD, dopo il dibattito sulle riforme.La sera si dibatte sulla comunicazione politica, “Cinguettii e colpi d’ala” recita il titolo. Introduce Tiziana Ragni, direttore della TV del PD, You Dem, ricordando una telefonata alle sei e mezza del mattino, in cui fra i singhiozzi le si diceva che Matteo Renzi stava “twittando”. Il lavoro è cambiato nelle stanze in cui si partorivano i comunicati stampa. «Il messaggio su Twitter ha un ritorno immediato, anche non piacevole ma Renzi non si tira indietro». Davide Gariglio, segretario piemontese del PD, ammette: «Senza comunicazione, non si può pensare di vincere. E’ un “must” su cui riflettere». Saluta le bimbe e riprende: «Il modello di comunicazione sullo strumento televisivo di Berlusconi non è stato superato da nessuno». Si è passati ai cellulari, ai social network, «Grillo si è impadronito di questo spazio». Con i social network sono arrivate una centinaia di proposte per il PD regionale, ne sono state filtrate una trentina e ora Gariglio ha chiesto ai consiglieri regionali di lavorarci. «Qualcuno si è lamentato di non aver potuto fare domande alla Boschi ma è proprio a questo che servono i social network». Occorre ritradurre il termine “campagna” elettorale, scorporandolo dal contesto militare per considerarlo come un «coltivare i rapporti con chi ti dà fiducia». Carlo Giacometto, presidenza regionale di Forza Italia e coordinatore torinese del Popolo delle Libertà, ricorda alcuni elementi di innovazione portati da Berlusconi, il “contratto” con gli italiani, parlare direttamente ai cittadini, indicare obiettivi misurabili in un certo lasso di tempo. «Gli 80 euro di Renzi sono sul solco di quella tradizione». Dalla velocità estrema nelle riforme, ora Renzi ha chiesto tempo (mille giorni, passo dopo passo). Berlusconi è stato un leader e si fatica a colmare il “gap” tra il livello raggiunto alle politiche e alle regionali e quanto si ottiene a livello comunale «per intercettare il voto moderato».A Fabrizio Rondolino, giornalista su “Europa”, la moderatrice Rosanna Abbà della segreteria regionale del PD, chiede se la comunicazione rischia di sostituirsi alla politica. «La politica è comunicazione, non c’è alterità». Imputa alla supposta differenza tra i due ambiti la ragione degli errori nella comunicazione da parte della sinistra storica. Cita Benedetto Croce, «non c’è pensiero senza le parole con cui si articola; ogni azione politica è comunicativa». Se Renzi non va a Cernobbio ma va al locale rubinettificio, compie due atti di comunicazione. «L’evento stimola, impone che se ne parli. Cari salotti buoni della politica, con l’”establishment” di questo paese non voglio avere a che fare». Definisce Renzi “paperless”, vive già nel futuro senza carta. Se il Corriere della Sera o Repubblica gli fanno una ramanzina, forse manco li legge, non hanno più quell’influenza che rivestivano quando erano il «tempio di una certa idea di comunicazione». In nome di quella che definisce come “disintermediazione”, elimina i rapporti intermedi, non riceve la Camusso (CGIL) («I sindacati appartengono ad un’epoca conclusa»). Qualcuno accusa Renzi di un modello eccessivamente leaderistico ma il cittadino ha bisogno di sapere che «quello lì manda avanti il paese, lo fa e mi dice quello che fa». Lorenzo Pregliasco, analista politico di Quorum e del sito “You trend”, curato con Giovanni Diamanti, chiede al pubblico quanti abbiano un “account” Twitter, per confrontarlo con quanti utilizzino Facebook o semplicemente abbiano un televisore in casa. Twitter è utilizzato dal 7% soltanto degli italiani, anche se molto diffuso tra gli addetti ai lavori. Ricorda il Tweet di Renzi “Arrivo, arrivo”, dopo l’incontro con Napolitano, «quasi avrebbe scritto su Twitter l’elenco dei ministri». Ricorda il setting con la scrivania in noce del contratto con gli italiani di Berlusconi o quando ha annunciato l’abolizione dell’ICI durante il confronto con Prodi. Le slides di Renzi a Palazzo Chigi, il pesciolino rosso gli hanno ricordato alcune modalità di comunicazione di Berlusconi.

Piergiacomo Oderda

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