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Video esclusivo. Parlano i rifugiati politici ospitati a Pinerolo.

Come da noi anticipato nei giorni scorsi, alcuni ragazzi, provenienti da Senegal, Mali e Gambia, sono ospitati a Pinerolo come rifugiati politici. Sono stati trasferiti in due alloggi situati in un edificio accanto al Cottolengo, in attesa che la questura rilasci loro i documenti per attestare il loro status. Tutti piuttosto giovani, ci hanno raccontato con entusiasmo la loro storia. Dopo aver lasciato il proprio paese, sono giunti in Libia, sperando di potersi imbarcare alla volta dell'Italia. Dopo un'attesa di circa un anno, sono riusciti ad intraprendere il viaggio e giungere a Lampedusa. Qui, dopo poche ore in un centro di accoglienza, sono stati smistati e inviati via aereo a Torino; la prefettura li ha poi assegnati ad una cooperativa che gestisce degli alloggi a Pinerolo.

I ragazzi vivono in questi appartamenti ormai da tempo, senza particolari contatti con l'esterno, poiché, anche quando escono per recarsi in città, vengono ignorati dalla popolazione.

Gli italiani ci hanno salvati, siamo molto felici di ciò.”  ha detto uno di loro “ Ora il problema principale è far passare il tempo. Qui possiamo solo giocare a calcio o fare un giro per la città, non abbiamo altre alternative.”

Ci dicono che, non appena ricevuti i documenti dalla questura, proveranno a cercare lavoro in Italia. Per capire come i pinerolesi la pensino sull'ospitalità fornita, abbiamo intervistato alcuni passanti. Emergono prevalentemente due nodi problematici: il primo riguarda le politiche di accoglienza a livello europeo, ree di lasciare l'Italia sola di fronte all' “emergenza sbarchi”; il secondo il ruolo dello stato italiano, che, secondo molti, dovrebbe occuparsi prima dei propri cittadini e solo successivamente degli immigrati.

 

Simone Sindoni

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