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Perderà il posto di lavoro il vigile a Cavallo. Appello al Presidente Renzi. Usseaux.

L’unico Agente di Polizia Locale a Cavallo in Piemonte perderà il posto di lavoro.

“Come farò a vivere senza lavoro? Ho due figli piccoli”. 

Da Usseaux (Val Chisone) l’appello al Presidente Renzi.

Vedi il video-appello di Salvatore Manfredi su www.vocepinerolese.it.

Salvatore Manfredi, quaranta anni, siciliano di Mineo (CT), da 12 anni vive a Pragelato (TO) dove, in questo paese dell’alta Val Chisone, si è sposato e ha avuto due figli. Negli ultimi cinque anni ha prestato servizio come Vigile Urbano, e Agente di Polizia locale a cavallo presso il Comune di Usseaux (TO). Sì, proprio così, Agente di Polizia a cavallo e, spesso, Manfredi, saliva in sella al suo equino e svolgeva il lavoro nel territorio. Un compito che è stato apprezzato da tutti anche perchè non si limitava a svolgere solo la mansione di Vigile Urbano bensì esercitava altri compiti sempre per il comune di Usseaux.  Come detto, cinque anni fa era stato assunto in sostituzione di un altro Vigile Urbano che era stato distaccato presso l’ufficio del Giudice di Pace di Pinerolo. A novembre, però, Manfredi resterà senza lavoro, anche a causa di una legge (folle...!) che ha voluto la chiusura del Tribunale di Pinerolo e l'accorpamento dei Giudici di Pace. Tra breve il vigile in servizio presso il Giudice di Pace ritornerà a lavorare a Usseaux e Manfredi si troverà senza stipendio e senza un lavoro. Eppure ha fatto un’infinità di corsi e concorsi, ha ricevuto promesse e congratulazioni ma è risultato tutto vano.  Il “prossimo ex vigile” urbano non riesce a darsi pace, il pensiero di dover restare senza lavoro con moglie e due figli piccoli a casa gli rode il cervello e, ha deciso di scrivere un’accorata lettera-appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi che qui pubblichiamo integralmente.

“Gentilissimo Sig. Presidente,

spero tanto che queste mie righe arrivino a Lei e non si perdano nei meandri delle segretarie o di filtri assurdi che impediscono di metterLa a conoscenza di problematiche che affliggono me a tanti come me. Vorrei raccontarLa in breve la mia assurda vicenda lavorativa all'interno di un Ente Locale di piccole dimensioni.

Nel lontano novembre del 2009, partecipo ad un concorso a tempo determinato, presso il Comune di Usseaux (TO), per accedere ad un posto di istruttore amministrativo - autista scuolabus, cat C1, per sostituire un Agente di Polizia Locale che aveva chiesto di poter lavorare presso il Giudice di Pace. Vinco il concorso e per un anno lavoro tranquillamente. Allo scadere dell'anno, mi rinnovano il contratto per un altro anno, visto che il collega rimaneva presso l'ufficio del Giudice. Passa un altro anno e allo scadere, non potendomi rinnovare il contratto a tempo determinato, il Comune fa un altro concorso, ma come Agente di Polizia Locale - autista scuolabus. Vinco il concorso. Il Comune non può assumermi immediatamente, perchè, così dice il Segretario Comunale, devono passare 30 giorni dall'ultima assunzione. Per poter lavorare in Comune, per poter guidare lo scuolabus, mi assumono tramite un'agenzia interinale, aggirano il sistema, ma lavoro con un contratto in agenzia part-time, ma, in realtà, lavoro full time con, ovviamente, retribuzione part-time. Continuo il mio servizio, faccio il corso per la qualifica di agente di Polizia Locale, lo supero, vado avanti. Nel frattempo, faccio l'esame e lo supero, per ottenere la qualifica tecnico-professionale per i servizi di Polizia a Cavallo, l'unico in Piemonte che ha questa qualifica e che fa servizio a Cavallo (visto che sono anche istruttore di equitazione). Metto a disposizione del Comune gratuitamente il mio cavallo, l'assicurazione danni a terzi per il mio cavallo e faccio servizio "Ippo montato". Mi piace, adoro fare questo lavoro. Arriviamo al novembre del 2012, scade il contratto e puntualmente mi viene rinnovato, visto che l'altro collega rimane in servizio dal Giudice di Pace. Continuo il mio servizio. Nel frattempo la RAI TV si interessata all'unico "Vigile a Cavallo" del Piemonte, e manda in onda un servizio su "Costume e società. Arriviamo al novembre del 2013, il Comune non può rinnovare il contratto, perchè sono già trascorsi 2 anni dall'ultimo concorso e non può più andare avanti con i rinnovi. Si decide di fare un altro concorso. Lo vinco. Nel frattempo, durante questi anni, il Governo decide di chiudere il Tribunale di Pinerolo e accorpare il Giudici di Pace di Pinerolo. Il mio posto inizia a traballare. Aprile 2014, mi chiama sul cellulare il Segretario Comunale, comunicandomi che il collega sarebbe rientrato allo scadere del contratto. Mi cade il mondo addosso. Sono passati 5 anni dal primo concorso, cosa fare? Mi dicono di stare tranquillo che una soluzione si trova. Nel frattempo Lei, sig. Presidente, prende in mano le redini del Governo Italiano. Forse qualcosa di positivo potrà accadere, penso nella più totale illusione. Faccio altri concorsi, ma non riesco a superarli. "Stai tranquillo", mi dicono, "riusciremo a trovare una soluzione". Il collega il 29 ottobre 2014 rientrerà in Comune. Io il 15 novembre finirò il contratto e rimarrò a casa.  Mi chiedo e Le chiedo: "E' mai possibile che dopo 5 anni di continui rinnovi e concorsi un padre di famiglia con due figli piccoli debba rimanere a casa? Possibile che il Governo Italiano non riesca a tutelare un tempo determinato come il mio? E' possibile che dopo aver dato tanto alla comunità dove ho lavorato mi ritrovo oggi con un pugno di mosche in mano? Con i miei 40 anni sulle spalle sono troppo giovane per pensare ad una pensione, ma troppo vecchio per trovare lavoro. Ho inviato diversi curriculum a diverse aziende, pur di fare qualsiasi mansione e pur di portare a casa la pagnotta. Ho saputo che diversi Comuni della zona, vorrebbero avermi tra il personale, vedono di ottimo occhio la mia funzione di Agente di Polizia Locale a Cavallo, ma non possono assumermi e non possono fare concorsi a causa del Patto di Stabilità. Alla mia età, mi sento un fallito. Non sono riuscito a stabilizzare la mia vita e stabilizzare quella della mia famiglia e soprattutto dei miei figli.

Questo è quello che l'Italia permette ai suoi figli, quello di rimanere sulla strada in balia degli eventi. L’Italia che paga l'immigrato per farlo vivere, l’Italia che "spenna" i suoi figli senza dare loro la possibilità di poter avere, in qualche modo, le "penne" che gli sono state strappate.

Spero vivamente che questo mio sfogo arrivi ala Sua attenzione (nutro un forte dubbio), sperando in un Suo suggerimento per poter andare avanti a guardare i miei figli negli occhi senza vergognarmi di essere italiano”.

Distinti Saluti

Chev Salvo Manfredi

Tel 347/9814770

 

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