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VIDEO Su Federigo Caprilli il racconto del pronipote. Dal 7 aprile le manifestazioni a Pinerolo

Nel video l'intervista di Dario Mongiello a Giulio Caprilli, pronipote di Federigo Caprilli. L'uomo racconta alcuni episodi sicuramente interessanti. Nel servizio qui sotto anche il programma per le manifestazioni previste a Pinerolo

Servizio di Dario Poggio 

Il 2018 sarà un anno che Pinerolo dedicherà, in modo significativo, a Federigo Caprilli, il mitico capitano, il cavaliere che inventò il metodo moderno di cavalcare e certamente uno dei più grandi cavalieri di tutti i tempi. Sarà un anno ricco di avvenimenti "Caprilliani" per onorare e ricordare la vita di questo leggendario personaggio che tanto lustro ha dato alla Cavalleria, all’Equitazione, a Pinerolo e all’Italia. La gloria, il valore, il prestigio, il coraggio, l’audacia, l’esultanza della vittoria, le magnifiche divise, l’evoluzione di scintillanti squadroni, l’avventura suprema erano il mix agognato dei cavalieri di tutte le nazioni, di tutti i tempi, erano l’essenza pura della “Cavalleria”. Un’Arma antica, aristocratica, coraggiosa. Un sogno e una realtà che durarono secoli, fino a quando l’uomo, il valore, il coraggio e il suo fido cavallo furono determinanti per vincere le battaglie, fino a quando la meccanizzazione e la tecnologia non prevalsero definitivamente sulle virtù. Se la famosissima “Carica dei seicento” rappresentò uno dei più classici episodi della storia e della gloria della cavalleria in generale (ma più in particolare di quella anglosassone) per contro, la tradizione storica e il valore della “Cavalleria italiana“  non sono stati, nei secoli, secondo a nessuno.  La “Scuola di Equitazione Italiana”, ha saputo imporsi nel mondo incidendo significativamente sull’Arte Equestre sia nel lontano passato che nei tempi più recenti. Ricordiamo le antiche scuole rinascimentali di Padova, Napoli e Ferrara e le scuole di metà secolo XVI di Fiaschi, Pignatelli e Risone e infine sul finire del XIX secolo l’affermarsi prepotente nel mondo equestre del nuovo sistema di equitazione detto “Naturale Italiano” inventato, studiato ed approfondito proprio dal capitano Federigo Caprilli istruttore della scuola militare di cavalleria di Pinerolo. Scrivendo queste brevi note sulla “Cavalleria” vogliamo sottolineare che Pinerolo era considerata, da tutti, per eccellenza la “Città della Cavalleria”. Cavalieri e cavalli hanno fatto, da sempre, parte integrante della città, icone di un mondo militare e sportivo che hanno dato una caratteristica ed un’impronta di indelebile gloria e fama a Pinerolo. La mitica Caserma Principe Amedeo (poi Gen. Fenulli) antica sede della “ Scuola  d’Applicazione di Cavalleria”, oggi sede del prestigioso “ Museo Storico dell’Arma di Cavalleria”, la “ Cavallerizza Federigo Caprilli” (la più antica struttura “ coperta” per equitazione italiana e, all’epoca, la più grande d’Europa), il campo ad Ostacoli “Capitano Tancredi di Savoiroux”, il galoppatoio di “Baudenasca”, la “ Scala Santa” (che richiama una delle immagini storiche - fotografiche simbolo di Pinerolo, con gli allievi cavalleggeri che la discendono), sono i luoghi che creavano, creano e legano Pinerolo alla storia della Cavalleria”. Purtroppo, come ben sappiamo, i politici pinerolesi hanno in passato quasi ignorato questo grande patrimonio culturale facendo pochissimo per valorizzarlo e lasciando andare via da Pinerolo istituzioni di grande importanza come l’Accademia Militare di Veterinaria e la scuola militare di Mascalcia ed in ultimo anche lo storico reggimento con sede a Pinerolo: Il " Nizza Cavalleria". Il periodo d’oro e più fascinoso della storia della Cavalleria è stato, senz’altro, quello intercorso dalla fine dell’ottocento all’inizio della prima guerra mondiale, ossia gli anni della “La Belle Époque”.

In quegli anni dagli antichi fasti, in quell’epoca poetica e romantica, l’Arma della Cavalleria raggiunse l’apice della fama, dell’importanza, dell’eleganza, dello stile. A Pinerolo, nel 1848, venne trasferita da Venaria Reale la “Scuola Militare di Equitazione” al comando del colonnello Saibante e, da questa data, Pinerolo visse con i suoi Cavalleggeri gli anni più magici e più belli della sua lunga storia. Pinerolo diventò centro di mondanità internazionale: vi giungevano, infatti, Re, Principesse, nobili e cavalieri da tutte le nazioni e da tutti i continenti per apprendere e migliorare l’arte equestre (tra i moltissimi, illustri personaggi che prestarono servizio, come ufficiali, nell’arma di Cavalleria a Pinerolo ricordiamo il senatore Giovanni Agnelli e, in anni relativamente più recenti, l’avvocato Giovanni e suo fratello Umberto).  Il “ Circolo Ufficiali “della Scuola di Cavalleria era il fulcro di questo mondo fascinoso, vi erano esposte, nei suoi magnifici e rilucenti saloni, centinaia di preziose coppe d’argento, trofei equestri vinti nei vari concorsi ippici, splendide inoltre le sue sale da ballo del biliardo e delle carte dove gli ufficiali amavano intrattenersi a conversare ed a rilassarsi e poi, in Pinerolo, il “Circolo Sociale” che, con i più noti e rinomati caffè della città, era ritrovo abituale degli ufficiali e dei militari. Le loro splendide divise, gli elmi dorati, le lucenti sciabole, le lunghe mantelline, conferivano un alone di straordinaria eleganza e fascino alla città. Proprio in quegli anni (correva il 1888) dopo la fresca nomina a sottotenente del Reggimento “Piemonte Reale” arrivava a Pinerolo, per frequentarela Scuoladi Cavalleria, il giovane Federigo Caprilli, colui che rivoluzionerà il modo di cavalcare in tutto il mondo inventando il “metodo naturale”, consistente in una nuova, moderna tecnica equestre che ottimizzava di molto le prestazioni del cavallo seguendone il naturale istinto. Federigo Caprilli, livornese, non era nobile e neppure ricco (all’epoca qualità essenziali – almeno una - per essere ammessi in cavalleria come allievi ufficiali, tranne qualche rarissimo caso che, comunque, confermava la regola) e, inoltre, era molto alto di statura (contrariamente ai requisiti ottimali richiesti di un’altezza non molto superiore alla media) per cui alla prima selezione venne giudicato (ironia della sorte) non idoneo all’Arma! Fortunatamente, grazie ad una successiva, importante raccomandazione, riuscì a farsi ripescare e ad entrare così in Cavalleria. Il capitano Caprilli, oltre che genio dell’arte equestre, era anche un inguaribile dongiovanni, un vero “ tombeur de femmes” dell’epoca (nobildonne, contessine, duchesse ma anche semplici e avvenenti popolane furono sue appassionate amanti) dote che gli procurò molta invidia e molti nemici (soprattutto tra i suoi superiori) i quali cercavano di mantenerlo in ”ombra” negandogli promozioni e osteggiandogli la carriera con ogni scusa tanto che venne addirittura trasferito in un battaglione di “ punizione”. La sua bravura di cavaliere era incontestabile e incontenibile (con la sua tecnica, infatti, vinse molti concorsi ippici che gli procurarono ingenti somme di denaro) e la sua fama e notorietà superò i confini nazionali diventando, come si direbbe oggi, una star, un campione sportivo di assoluto livello internazionale.  Fraterno amico del conte Emanuele Cacherano di Bricherasio (cofondatore con Giovanni Agnelli della Fiat, anche lui ufficiale di cavalleria) e di sua sorella Sofia rimase terribilmente colpito dall’improvvisa morte dell'amico Emanuele (si parlò di suicidio ma con forti perplessità..., atto presumibilmente indotto da profonde delusioni e divergenze sulla strategia manageriale di indirizzo dell’azienda). Purtroppo, tre anni dopo, una sorte quasi analoga colpirà anche Federigo Caprilli, infatti, la morte lo colse ancor giovane, a soli trentanove anni, per una banale caduta da cavallo in una stretta via di Torino. Una caduta assurda, incredibile, inspiegabile, ancor oggi avvolta nel più fitto mistero (furono uditi dei colpi forse dei possibili spari dai passanti che lo videro cadere, si parlò di complotto, di servizi segreti...) ma, stranamente, nessuna indagine fu mai espletata… Il capitano, fu cremato e i funerali si svolsero in forma strettamente privata con pochissime persone presenti. Le ceneri di Federigo Caprilli, sono tumulate nella cripta funeraria del castello di Fubine a fianco dei suoi due più grandi amici la contessina Sofia ed il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio Con la morte di Federico Caprilli, iniziò quella che possiamo definire la parabola discendente della “Cavalleria” intesa come inscindibile connubio di cavalieri, virtù e cavalli. La “ Cavalleria“ e la “Belle Époque” miti che fecero sognare generazioni di uomini e… di donne, si avviavano inesorabilmente al tramonto. I tempi sono, infatti, cambiati: nulla è più come prima ma, l'Arma di Cavalleria, oggi modernizzata e meccanizzata continuerà sempre a ricoprire un ruolo importante nell'Esercito Italiano perpetuando così la sua millenaria storia. La speranza è che Pinerolo, che fu " Città della Cavalleria per eccellenza" non disperda questo grande patrimonio culturale che ancora le è riconosciuto e sappia trovare le idee, le energie e le risorse necessarie per esserne degna custode ed ancora, con ogni moderna forma possibile, instancabile promotrice. 

Nella foto Giulio Caprilli nel Museo Nazionale dell'Arma di cavalleria a Pinerolo. Alle sue spalle la foto del capitano Federigo Caprilli inventore del metodo naturale di equitazione ancora oggi usato in tutto il mondo e inventato a Pinerolo

                                                                                               Dario Poggio

 

Le manifestazioni per l’anno caprilliano a Pinerolo

 

 

Ad aprile si inaugura l'anno caprilliano L'8 aprile si celebra il 150° anniversario della nascita del Capitano Federigo Caprilli. Pinerolo, Città della Cavalleria, che ospitò il Capitano, i suoi insegnamenti, le avventure, gli amori e le grandi amicizie, si propone di vivere il 2018 all'insegna di Caprilli riscoprendo il suo lascito e i tesori architettonici e sportivi che sono presenti sul territorio. L'Anno Caprilliano verrà inaugurato il weekend del 7 e 8 aprile 2018 che darà il via a una serie di appuntamenti incentrati sulla figura del leggendario Capitano. Il 7 aprile le scuole di Pinerolo incontreranno lo scrittore Giorgio Caponetti che spiegherà loro la Belle Époque con racconti tratti dal suo romanzo "Quando l'automobile uccise la cavalleria" sulla storia del Capitano Caprilli e sul Conte di Bricherasio. Domenica 8 aprile il Sindaco accoglierà in Città i soci ANAC e l'Associazione Cavalcavalli che si ritroveranno e sfileranno per le vie portando omaggio al busto del Capitano Caprilli. Sarà organizzata una conferenza presso la Cavallerizza Caprilli, opera architettonica sublime, per molti anni uno dei tre maneggi coperti più grandi d'Europa. Inoltre, presso il Museo Storico dell’Arma di Cavalleria è prevista la visita "Caprilli a cavallo tra due secoli": una passeggiata nel cuore di Pinerolo per rivivere tra luoghi, ricordi, letture, la vita di colui che cavalcò come nessun altro aveva mai fatto. Ma non è tutto: gli appuntamenti dedicati a Caprilli continueranno con eventi legati al mondo del Cavallo. A maggio è programmato lo spettacolo "Fiers à Cheval” della Compagnie des Quidams, che concluderà la Notte delle Muse e aprirà il "Festival Immagini dell'Interno". In estate, anche Cinedehors ci farà scoprire i luoghi pinerolesi legati alla cavalleria e a settembre, all’interno della Rassegna dell’Artigianato, un'intera piazza sarà dedicata all’artigianato equestre, con finimenti, speroni e stivali delle migliori case Italiane. Durante la Maschera di Ferro infine arriveranno i cavalieri attraverso la Route D’Artagnan. Il 2018 sarà quindi un anno dedicato al mondo del Cavallo, sotto tanti punti di vista. Infine, si ricorda che è stato pubblicato l'avviso pubblico per l'affidamento temporaneo della Scuola di Equitazione di Abbadia Alpina per eventi compatibili con l'equitazione e in generale con il mondo del cavallo. L'avviso è aperto agli operatori del settore che intendono usufruire della struttura per l'organizzazione di eventi compatibili con le caratteristiche della struttura, ed ha la finalità di far conoscere l'impianto in vista dell'approvazione di un bando definitivo di gestione previsto per la fine dell'anno.

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