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VIDEO. Richiedenti asilo "sequestrano" due donne di una cooperativa. Pinerolo

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 (la posizione del sindaco di Luca Salvai qui: https://goo.gl/vARo7W  )

 

Alta tensione, in una abitazione nel centro città di Pinerolo, dove vivono 12 donne richiedenti asilo, che ieri, per oltre due ore, hanno impedito di uscire dalla casa la direttrice e una mediatrice culturale della Cooperativa “La dua Valadda” che si trovavano lì per discutere del mancato pagamento di 200 euro a persona per il mese di gennaio. Importo regolarmente percepito dalle richiedenti asilo fino al mese di dicembre 2018. Nell’abitazione c’era anche il direttore di Voce Pinerolese. Le migranti si sono messe davanti alla porta, una con il bambino in braccio, che tra urla e imprecazioni, hanno impedito l’uscita dalla casa. Due ore di urla, spinte, con la minaccia che nessuno sarebbe uscito da quella casa se prima la direttrice, o chi per essa, non si fosse presentata con il denaro. Per due ore la richiesta delle migranti era sola una: “Money”.

“La situazione era oggettivamente delicata – racconta Dario Mongiello, direttore del nostro giornale – le donne volevano a tutti i costi il denaro. Sia la direttrice Chantal Re che Chiara Magnano, 24 anni, antropologa, esperta in mediazione interculturale, hanno provato a farle ragionare, spiegando che alcune situazioni “economiche” sono cambiate. Purtroppo non è servito a nulla. A un certo punto, una migrante è uscita dalla stanza urlando impugnando un grosso coltello. Azione che è stata subito bloccata da alcune sue compagne. Mai, però, c’è stato un reale pericolo, solo perché la donna è stata fermata.”

Dopo oltre due ore, verso le ore 19,30, sono arrivati i carabinieri e la porta di ingresso dell’abitazione si è finalmente aperta.

Ho cercato il modo di trovare una soluzione per risolvere la situazione di stallo che si era creata – prosegue il direttore Mongiello – mi sono impegnato a pubblicare un articolo e un video con le loro richieste. Nonostante la registrazione del video intervista nulla è cambiato. Mi hanno detto che io potevo lasciare la casa ma mi sono rifiutato e sono stato chiaro: o esco con le due donne della cooperativa o nulla. E così ho fatto. Sono rimasto lì, in quell’appartamento, fino all’arrivo dei carabinieri. Non potevo lasciare le due donne lì dentro in una situazione che cresceva di tensione di minuto in minuto. Tra chi urlava, mangiava con le mani in un piatto comune, tra chi si è tolta i vestiti, chi sbatteva i piedi a terra, in una specie di follia collettiva, c’era anche chi era più ragionevole e disposta a mandare via le donne della cooperativa.  Purtroppo sono state vivaci ma inutili discussioniUna ragazza, che parlava a nome delle compagne, lamentava anche il fatto che in quell’appartamento erano senza lavatrice, televisione e rete WI-FI, precisando anche che nelle altre case della cooperativa, dove vivono altri migranti, i soldi sono stati regolarmente elargiti.

Già il giorno prima, le migranti, avevano protestato con la direttrice della cooperativa ma tutto si era risolto per il meglio con la promessa che si sarebbero rivisti il giorno dopo. Ieri, però, nel primo pomeriggio, le migranti si sono presentate nella sede amministrativa della cooperativa in via Einaudi a Pinerolo. E qui è iniziata una prima vivace protesta in strada. Poi l’arrivo dei carabinieri e della Polizia Municipale con l’impegno preso dalla direttrice di incontrarsi nella loro casa nel pomeriggio, alle 17. Incontro avvenuto ma con i risultati sopra descritti.  In quell’alloggio con l’affitto e tutte le spese pagate dalla cooperativa vivono tre donne del Camerun, altre tre della Costa d’Avorio e le restanti sono Nigeriane. Con loro tre bimbi da due mesi a un anno di età.

“La situazione – precisa la direttrice della cooperativa Chantal Re - è che siamo già venute con la responsabile dei centri accoglienza per pagare FIT Money e parte del pocket money ma le signore non hanno voluto ritirare la parte economica. Siccome abbiamo già pagato in anticipo una parte dei pocket money dovevamo rientrare sui versamenti già effettuati. Alla luce di una convenzione che è in fase di modifica. Le ragazze protestano e avranno le loro ragioni ma l’ente ha già anticipato una parte già versata. La soluzione è quella di andare a mediare con loro.”

Le migranti, richiedenti asilo (respinta una loro prima richiesta) erano giunte in Italia con i barconi partiti dall’Africa due anni fa. Sono le stesse donne che erano alloggiate presso una abitazione delle suore “Giuseppine” di Pinerolo ma anche lì avevano creato dei seri problemi alle suore e sono state allontanate per essere accolte dalla cooperativa “La dua Valadda”.

Una cosa è certa: della situazione si è preso carico il Prefetto ed è probabile che, nei prossimi giorni ci saranno degli interventi.

 

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