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Un’ Eremo del silenzio nell’ex carcere “Le Nuove” di Torino

20/10/2012 8:30

 L’eremo è aperto a tutti: giovani, studenti, famiglie, gruppi che ne desiderano condividere lo stile e le regole.

 

L’Eremo del Silenzio è uno spazio nel centro di Torino, situato presso le Carceri Le Nuove a pochi passi da Corso Vittorio Emanuele II e dalle due principali stazioni ferroviarie. È nato per offrire la possibilità di ritirarsi anche a chi non può allontanarsi dalla città o vi è di passaggio ma desidera potersi isolare, anche solo per un tempo breve. L’eremo è aperto a tutti: giovani, studenti, famiglie, gruppi che ne desiderano condividere lo stile e le regole. Parlare del silenzio è qualcosa di molto complesso, può addirittura sembrare un paradosso. Oggi le menti delle persone, e in particolare quelle dei giovani, sono continuamente sollecitate e bombardate da immagini, informazioni, messaggi, spesso anche contrastanti tra loro. Viviamo un frastuono emozionale in cui è difficile districarsi; è necessario quindi trovare del tempo per guardarsi dentro, interrompendo così la spirale del dover far, dire, essere, mostrarsi. La dimensione del silenzio è quindi strettamente legata a quella dell’ascolto (dell’altro e di se stessi). Interessante è il pensiero di Heidegger sul rapporto tra silenzio/ascolto/parola: la parola è il silenzio sono due facce della stessa medaglia, per poter ben tacere, occorre saper parlare, avere da esprimere. (Martin Heidegger, Essere e Tempo, Milano, Longanesi, 1978) Silenzio e parola possono quindi scambiarsi le parti, essere entrambi ricchi di significati importanti.

Perché un eremo dentro un carcere

Il carcere giudiziario "Le Nuove" di Torino è stato costruito sotto il regno di Vittorio Emanuele II, concepito come carcere ad isolamento totale. Inizialmente era destinato agli imputati e ai condannati con pena non superiore a un anno, ha visto poi in realtà, nel corso di oltre un secolo di storia, soggiornare in circostanze e condizioni alterne, soldati disertori della guerra 1915-18, operai della FIAT arrestati nel "biennio rosso", oppositori al regime fascista, partigiani, deportati, ebrei ed altri soggetti sottoposti alle leggi razziali e, dopo la Liberazione, alcuni appartenenti al regime appena caduto; in decenni più recenti vi hanno soggiornato mafiosi, terroristi, tangentopolisti; in ogni epoca, una variegatissima gamma di devianti e trasgressori a vario titolo e livello. Oggi le piccole celle e i lunghi corridoi hanno ispirato e offerto la cornice per la costruzione del primo eremo cittadino. Questa scelta vuol essere anche una provocazione: costruire un eremo per definizione luogo di esclusione volontaria all’interno di un luogo, il carcere, che per decenni è stato per molti luogo di esclusione forzata e obbligata.

Perché lo spirito francescano

Figura centrale del carcere “Le Nuove” e guida ideale dell’eremo del silenzio è Padre Ruggero (1911 -2011): per 50 anni ha ricoperto il ruolo di cappellano del carcere (durante il periodo della II guerra mondiale), accompagnando 72 condannati a morte alla fucilazione. Nel mezzo secolo trascorso nelle carceri torinesi, dal '44 al '94, hadedicato il suo apostolato a restituire dignità agli uomini, promuovendo un recupero dei detenuti anche attraverso l'organizzazione di corsi di alfabetizzazione, di orientamento professionale, di ebanisteria, di falegnameria e di sartoria per le detenute. Padre Ruggero ha vestito il saio dei frati francescani minori, da qui l’idea di realizzare un eremo di ispirazione francescana. San Francesco disse che il primo eremo è il nostro corpo, nel quale è racchiusa e costretta l’anima. Noto è l’eremo delle carceri, dove San Francesco d'Assisi e i suoi seguaci si ritiravano per pregare e meditare, situato a 4 chilometri da Assisi, sulle pendici del monte Subasio. La vita comunitaria dell’Eremo del Silenzio è ispirata ai pilastri della Regola Francescana Preghiera, Meditazione e Spirito Missionario: l’eremo, infatti, non è solo luogo dove ritirarsi e fare esperienza di silenzio ma anche dove dedicarsi agli altri, muri portanti sono infatti i valori della Carità, Perdono e Pace. Lo spirito francescano vuole però essere un punto di inizio, il silenzio è un elemento comune a numerosi ordini vocazionali, l’eremo potrebbe diventare quindi luogo di incontro e confronto.

La regola dell’eremo

<<Ero carcerato e siete venuti a trovarmi>> (Mt 25, 26): entrando all’eremo si può vivere appieno quanto espresso da queste parole del Vangelo di Matteo, andando idealmente a trovare tutti i carcerati.

Il silenzio rappresenta il fulcro di ogni attività che si realizza all’interno dell’eremo, questo non significa che è vietato parlare durante la permanenza ma che è importante dare un significato al tipo di silenzio che si sta vivendo. Silenzio come scelta: che l’ospite fa entrando, di allontanarsi volontariamente dalla città per viere un’esperienza forte. Silenzio come accoglienza del sé: per vivere un momento di dialogo interiore. Silenzio come conoscenza: che l’ospite può alimentare nello spazio biblioteca/studio. Silenzio come attenzione verso l’altro: per vivere momenti di solidarietà e volontariato (ad esempio tra i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile Ferrante Aporti). Silenzio come collaborazione: l’eremo e il Museo delle Carceri hanno bisogno di continui lavori di manutenzione, l’ospite, in cambio dell’accoglienza gratuita, è invitato a parteciparvi (è presente un libro dei lavori della settimana con l’elenco delle attività quotidiane che necessitano di essere fatte, ogni ospite ha la possibilità di segnalarvi il proprio impegno). Silenzio come immagine: la fotografia è una pratica artistica del silenzio, chiunque può donare la propria fotografia del silenzio, vi è uno spazio espositivo dedicato. Silenzio come crescita: sono previsti percorsi formativi e didattici rivolti in particolare agli studenti e ai gruppi di giovani. Attualmente la Comunità sta lavorando per elaborare la propria Regola.

L’eremo ad oggi: L’Eremo del silenzio è nato grazie alla volontà e al lavoro volontario di una piccola comunità di laici cristiani che, a partire da agosto 2011, hanno svuotato, pulito, ridipinto e reso agibili i locali. Alcuni arredi utilizzati per le celle sono stati recuperati dalla vecchia dotazione carceraria. Tali lavori sono stati possibili grazie alla stretta collaborazione con l’Associazione Nessun Uomo è un’isola che dal 2006 ha in concessione alcuni spazi del carcere Le Nuove per la realizzazione di un percorso museale (città di Torino - deliberazione della giunta comunale - 7 settembre 2011).

Cos’è un eremo

È un luogo di difficile accesso, dove uno o più individui, si ritirano escludendosi volontariamente dalla società per condurre una vita di preghiera e ascesi. Il concetto di Eremo è ritrovabile inoltre nell’esicasmo: una dottrina e pratica ascetica diffusa tra i monaci dell'Oriente cristiano fin dai tempi dei Padri del deserto (IV secolo). Nella letteratura monastica Esichia rivela due significati: tranquillità, quiete e pace come stato d'animo e condizione stabile del cuore necessaria per la contemplazione; distacco dal mondo nella doppia accezione di solitudine e silenzio. L'esichia è l'atteggiamento di chi nel proprio cuore si pone alla presenza di Dio.

Il monaco anacoreta è invitato a garantirsi una zona di calma, di silenzio, di solitudine per ricevere la formazione da parte di Dio e abituarsi alla sua silenziosa presenza.

Nella foto il logo dell'Eremo del Silenzio e Iury Nervo uno dei responsabili.

Il sito web è: www.eremodelsilenzio.it


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