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“Società Storica Pinerolese”: ricercatori, studio e passione

02/02/2017 19:17

di Piergiacomo Oderda

Sfogliando l’edizione annuale del Bollettino della Società Storica Pinerolese, ho pensato al termine “spigolature”, definito dal sito Treccani come “insieme di cose raccolte qua e là, ricercate minuziosamente”. Un plauso a questi ricercatori che sviscerano la storia pinerolese secondo diverse sfaccettature e una richiesta di venia se percorrerò l’indice della pubblicazione non badando all’ordine previsto dalla redazione. Da appassionato di lingue minoritarie, mi sono avventato sul saggio di Matteo Rivoiro, “L’occitano nelle valli del Piemonte”; la bibliografia permette di individuare per esesempio le ricerche di Regis sulla vitalità di questa lingua. Si spera che la nota sull’aver tralasciato «il contributo fondamentale del mondo militante» trovi un seguito nei prossimi anni. Nella rubrica “I libri”, si sviluppano le vicende del film valdese del 1924 “Fedeli per sempre”. Accusato di vilipendio alla religione di Stato trovò serie difficoltà nella distribuzione, fu ritrovato a New York nel 1981 e finalmente restaurato nel 2013, ora è disponibile su dvd. Davide Rosso si occupa di “Pacifismo fra ‘800 e ‘900 tra Torre Pellice e l’Europa” mutuando il titolo “Per la pace perpetua” dell’opera di Kant (1795). Il Comitato torrese della Società Internazionale per la Pace, presieduto nel 1896 da Edoardo Giretti, sostenne la candidatura al Nobel per la pace del milanese Ernesto Moneta (1907). Claudio Bertolotto descrive la figura di Noemi Gabrielli nel saggio “La salvaguardia dei beni culturali piemontesi in tempo di guerra e in tempo di pace”. Ispettore storico dell’arte presso la Soprintendenza dell’arte Medievale e Moderna del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta si occupò personalmente dopo la dichiarazione di guerra del giugno 1940 del ritiro e trasferimento di opere d’arte dalle chiese. Opere della Galleria Sabauda e dell’Accademia Albertina vengono accompagnate dalla Gabrielli il 9 luglio del 1944 all’Isola bella «assumendosi ogni responsabilità e con grave rischio della vita, viaggiando anche di notte». Da Cavour (anche se il padre è di antica famiglia vigonese) proviene Francesco Gianolio che muore a 19 anni sull’Isonzo. Paolo Forneris riporta una scelta tra i duecento scritti riguardanti gli ultimi mesi di vita del giovane morto il 20 agosto 1917, ferito sul Monte Cucco. Gian Vittorio Avondo studia la “Storia della Pinerolo fascista. Il fascismo dilagante, 1926-1937”. Ricorda don Giraudo, parroco del Duomo, che faceva professione di antifascismo, segnalato tra i sacerdoti recalcitranti da Urbano Poggio, segretario politico del Fascio pinerolese. Parimenti, don Falco, curato di Abbadia, tenne una predica in piemontese «traboccante di veleno antifascista ed antipatriottico», sempre secondo il Poggio. Interessanti le foto, come quelle che accompagnano la presentazione dell’Archivio Diocesano di Giorgio Grietti. Alcune tavole illustrano la “Cronistoria del palazzo vescovile, già del governatore di Pinerolo”, a cura di Marco Calliero. Il Palazzo del Governatore fu ceduto dal re Carlo Emanuele III in occasione dell’istituzione della diocesi di Pinerolo. Il progetto di adeguamento dell’architetto Fenocchio (1749) riguardava il Palazzo Vescovile, il Giardino, la Casa Miger, la casa Fallacca (attuale sede dell’Accademia Organistica), la casa Parandero, attuali sedi del Tribunale diocesano e delle Associazioni cattoliche assistenziali. Simone Biancotto ricostruisce gli arredi della chiesa parrocchiale San Bartolomeo di Airasca sulla base delle visite pastorali e delle relazioni dei parroci all’Arcivescovo di Torino dal XVI al XIX secolo. Diego Priotto racconta “La strana storia del terzo manoscritto dello speziale pinerolese Bonifacio Felice Bochiardo”. Titolato “Campo Botanico Pinerolese”, 257 pagine, 1780, consiste in un catalogo relativo alle piante selvatiche che nascevano “senza coltura” nei dintorni di Pinerolo. Venne casualmente ritrovato nello zaino di un soldato tirolese ferito durante la battaglia di Solferino, il 24 giugno del 1859. Gianpiero Casagrande studia dal fondo “Des Geneys” della Biblioteca Alliaudi “Il ragguaglio del commercio tra gli stati di Sua Maestà e gli Stati Uniti, Stati Meridionali e Colonie Occidentali” di Gaspare Deabbate (1822)”. Era compito precipuo dei consoli relazionare sui possibili rapporti commerciali con la madrepatria. Deabbate era console negli Stati Uniti e Des Geneys erano allora sia il ministro della Guerra (Matteo) che il presidente del Consiglio d’ammiragliato (Giorgio Andrea). Il fondo venne donato dalla contessa Carolina Agnes come ricorda un testo di Carlo Demo, per quarant’anni direttore della Biblioteca. Alessando Roccati nella curiosità sul tema “La distruzione del patrimonio culturale”. Fu il bombardamento degli Alleati nel 1944 a permettere la scoperta delle antiche strutture del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina. L’ultimo contributo a cura di Giovanni Garis riguarda la mostra sulla Grande guerra in Casa Bonadè Bottino, allestita per raccontare in modo semplice ed efficace la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento a Pinerolo. Si ricorda, p. es., il Palazzo della Moda nell’Esposizione Internazionale del 1911, dove i numerosi atelier torinesi esponevano lussuosi abiti ambientati con mobili e arredi di pregio. Qua e là si cita la revisione dei testi del prof. Andrea Balbo e l’instancabile opera promozionale di Paolo Cavallo, anime pulsanti dell’Associazione.

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