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L’associazione Luisa Picarreta - Piccoli Figli della Divina Volontà

23/08/2018 14:55

di Piergiacomo Oderda 

L’associazione Luisa Picarreta - Piccoli Figli della Divina Volontà pubblica per l’editore Rotas di Barletta gli atti del convegno svoltosi nel 2015 a 150 anni dalla nascita della Serva di Dio di origine coratina (visse dal 1865 al 1947). “Chiesa nel Divin Volere”, il titolo fa capire come il testo non si soffermi sull’approfondimento teologico delle opere di Luisa Picarreta di cui si attende un’edizione scientifica, preciso impegno della Diocesi di Trani, Barletta, Bisceglie, per sottolineare invece il necessario inserimento ecclesiale del carisma espresso dalle associazioni sparse per tutto il mondo. Sforzarsi “di essere presenza attiva nella vita delle Chiese locali” è un monito che lascia il compianto vescovo Giovan Battista Pichierri, rivolto ai 650 partecipanti al convegno. Interessante il lavoro di archiviazione dei materiali relativi a Luisa Picarreta, descritto da Daniela Di Pinto, attualmente archivista presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. L’archivio si suddivide in: scritti, carteggio, pubblicazioni, il periodico “Luisa la Santa”, raccolta stampa, corrispondenza, fotografie. I manoscritti originali del Diario, dal primo al 34° sono custoditi presso la Congregazione per la Dottrina della Fede (redatti dal 28-2-1899 al 28-2-1938, oggetto di un provvedimento del Sant’Uffizio il 13-7-1938). Presente in archivio una scansione elettronica consegnata nel 2012 dalla stessa Congregazione. Nella prima parte del carteggio (la seconda è dedicata alla causa di beatificazione), un’importante serie di documenti (1911-1927) si riferisce a Padre Annibale Maria Di Francia, messinese, appassionato degli scritti di Luisa Picarreta. Provvide alla prima edizione de “L’Orologio della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo”, cent’anni prima della celebrazione del convegno (1915). Ne scrive Angelo Sardone, padre rogazionista, storico dell'istituto fondato da Di Francia. Padre Annibale scrisse la prefazione a “L’Orologio della Passione”, testo che la Picarreta scrisse tra il 1913 e il 1914, “un nuovo modo di meditare la Passione di Nostro Signore Gesù con meditazioni ad ordine sparso che includono però le 24 ore della Passione, dalla sera del giovedì alla sera del venerdì santo”. Il Sant’Uffizio condannò la quinta edizione (1934) con la seguente motivazione: “argomento principale dei suoi scritti è la Divina Volontà, concepita in modo esagerato ed errato, ed esposta in un linguaggio e in una terminologia ridondante spesso di inesattezze e stravaganze”. Tra le novità de “L’Orologio”, sempre  secondo padre Annibale, “l’ispirazione si manifesta in maniera tutta singolare in questa donna che non è una letterata  e che sa appena leggere e scrivere” e l'intento di “riparazione”. Viene chiarito quest’ultimo concetto da Luigi Borriello, carmelitano scalzo, docente di teologia spirituale e mistica, “il caricarsi dei peccati del mondo” offrendo “la sua vita quale vittima di espiazione per i peccati degli uomini”. Ciò viene realizzato conformandosi al Divin Volere, come scrive Sergio Pellegrini, assistente ecclesiastico dell’associazione, a partire dal novembre 1887, restando per  circa sessant’anni bloccata nel suo letto. Non si tratta solo di un “fiat” di “sottomissione passiva davanti a Dio” bensì di “un atteggiamento di partecipazione attiva e consapevole al Volere di Dio”. La relazione del vescovo di Teramo-Atri, Michele Seccia, riguarda l’ecclesiologia “alla luce del dialogo che tesse con il mondo”, sottolineando alcuni caratteri simili tra il magistero di papa Francesco e “la spiritualità di vivere nel Divin Volere”. La Chiesa “è fatta da uomini e vive nella storia comune dell’umanità, appesantita dalla fragilità del peccato e degli scandali”. Tuttavia, la Chiesa deve uscire, “preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di appoggiarsi alle proprie sicurezze”, scrive il Papa (Evangelii Gaudium, 49). Secondo il vescovo Seccia, “un rapporto con Gesù non è vero, autentico incontro spirituale se non conduce all’apertura, al dialogo, alla tenerezza ed infine all'amore misericordioso

verso tutti”. La “prossimità” è la Chiesa che si riconosce come “fermento di Dio in mezzo all’umanità”. In “Misericordiae vultus”, scrive ancora papa Francesco,  “la sua vita è autentica e credibile quando fa della misericordia il suo annuncio convinto”. Per Luisa Picarreta, “la quotidiana meditazione” della Passione di Gesù “è stata una scuola di misericordia”. “Quanti frequentavano sempre la sua casa hanno sempre raccontato di una donna che seminava pace, fiducia, perdono, amore e comprensione”. “Una religione senza mistici è una filosofia” ha affermato papa Francesco a Eugenio Scalfari, ricorda ancora Luigi Borriello, “il mistico riesce a spogliarsi del fare, dei fatti, degli obiettivi e perfino della personalità missionaria e viene innalzato fino a raggiungere la comunione con le Beatitudini”.

 

Piergiacomo Oderda 

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