Intervista a Franco Rol nel ricordo di Gustavo Rol
22/09/2019 17:03
di Piergiacomo Oderda
Chi era Gustavo Rol? Intervista a Franco Rol
Non si può interpretare correttamente la figura di Gustavo Adolfo Rol senza un adeguato approfondimento delle tradizioni religiose. E' questo il mandato che l'ha guidata nel suo percorso di ricerca?
"La conoscenza della storia comparata delle religioni (sul solco di Mircea Eliade), cosí come gli studi seri che
si sono occupati dei significati cosiddetti “esoterici” delle religioni (a partire soprattutto da René Guénon)
permettono di mettere a fuoco la figura di G.A. Rol in un quadro di storia universale della spiritualità, sganciata
dalle peculiarità personali, culturali, regionali e temporali in cui visse il Maestro illuminato di Torino. Questo
perché la conoscenza e lo stato di coscienza raggiunti da Rol hanno carattere eminentemente scientifico, sono
cioè accessibili a chiunque indipendentemente dalle sue credenze personali e culturali, previa la condizione
essenziale su cui tutte le religioni insistono: l'annullamento dell’ego, ovvero il distacco dalle “cose terrene”
(ma non nel senso di rinunciarvi quanto nel senso di non esservi attaccati psicologicamente). Se si
approfondisce la biografia di Rol – cosa che è ancora lungi dall’essere stato fatto – si scoprirà che quanto ha
detto e il modo in cui ha agito durante la vita sono conformi al comportamento di un Maestro illuminato, ed è
appunto solo la conoscenza della storia e scienza delle religioni che permette di giungere a questa conclusione".
Il testo “Il simbolismo di Rol” presenta una collazione filologica di testi scritti da giornalisti (Lugli, Allegri, Denbech). Quale atteggiamento aveva Gustavo Rol verso i giornalisti?
"La mia attività divulgativa è iniziata nel 2000 per l'esigenza di rettificare quanto alcuni giornalisti e testimoni
andavano scrivendo su G.A. Rol. Per certi versi, ho continuato a fare ciò che Gustavo ha fatto tutta la vita:
precisare e chiarire il suo pensiero, spesso frainteso o riproposto impreciso a causa delle fretta, della
superficialità o del filtro culturale e/o ideologico del cronista. Alcuni giornalisti poi, forse inevitabilmente,
avevano e ancora hanno tendenze sensazionalistiche per attirare l'attenzione dei lettori, senza però poi fornire
il quadro serio che tale argomento merita e che Rol ha sempre auspicato, rimanendone quasi sempre deluso.
Scriveva ad esempio in una lettera pubblicata su “La Stampa” nel 1978, che gli editori «ritengono che il grosso
pubblico non ami una certa filosofia; quel che fa vendere il giornale o il libro è la presentazione di fatti che
stupiscono, non di cose che creano problemi.» "
“Hier bin ich Mensch, hier darf ich's sein” (“Qui io sono Uomo, qui posso esserlo”). Quale collegamento si può tracciare tra il Faust di Goethe e le “possibilità” di Rol?
"Che esse non possono prescindere dal veicolo corporeo che le rendono possibili, ma che tale veicolo con le sue
pulsioni animali deve essere trasformato e sublimato, unica via di accesso all’Infinito. «Il diavolo mi è amico,
ma solamente per le tentazioni che mi offre, quindi per le sofferenze che mi procura. Soffrire è salire:
così io mi innalzo più alto delle fiamme (tentazioni) del diavolo» (Rol, 1942)"
La ricorrenza di citazioni dai Vangeli nel testo “Il simbolismo di Rol” ci permette di inquadrare la figura di Rol nel cattolicesimo?
"Lui si definiva cattolico e praticante. Del resto, era nato in una epoca ancora molto “tradizionale”, ed era
abbastanza normale ricevere una educazione con i riferimenti spirituali della Bibbia. La tradizione cristiana lo
ha certamente formato e lui vi era molto legato, tuttavia da adulto si interesserà anche alla altre tradizioni e
leggerà i loro testi sacri (ad esempio Bhagavadgīta, Corano, Tao Te Ching e altri). Il Vangelo rimase comunque
il punto di riferimento principale, e lo citava spesso".
Il quadro di rose intravisto dietro di lei, durante la sua videoconferenza del 26 aprile 2018 mi ha incuriosito sul ruolo della pittura nella vita di Gustavo Rol.
"Lui si definiva un pittore. Ha sempre avuto questa passione sin da ragazzino, favorito anche dall’ambiente
culturale famigliare dove le arti erano tenute in gran conto. Sapeva anche suonare il violino e il pianoforte, ed
era un ottimo scrittore e poeta. I soggetti preferiti dei suoi quadri erano la campagna del pinerolese, soprattutto
in autunno ed inverno. Sono quadri molto malinconici, quasi tristi, cosí come malinconiche sono le rose, altro
dei suoi soggetti preferiti. Si firmava con una croce e la R iniziale del cognome, per sottolineare il suo legame
con la figura di Cristo. La malinconia dei quadri ha uno stretto legame con questa firma."
La figura di Napoleone viene evocata all'inizio del testo “Il simbolismo di Rol”. E' un personaggio chiave?
"Sin da bambino sentiva una particolare attrazione per l’Imperatore francese, aveva anche raccontato che la
prima parola pronunciata fu “Poleone”, quando si era messo a piangere di fronte a un orologio nella casa di S.
Secondo che lo raffigurava a Sant’Elena. Da ragazzo cominciò a raccoglierne i cimeli, divenne il suo “mito”
giovanile (ogni giovane ha i suoi), in un’epoca in cui le guerre erano percepite come inevitabili e quindi si
poneva particolare attenzione alle strategie militari (Rol aveva 11 anni quando iniziò la prima guerra mondiale,
15 quando terminò. A 20 anni entrò negli Alpini). Per Rol Napoleone era il genio della strategia, il prodigioso
e coraggioso combattente sul campo, ma anche il civilizzatore vulcanico, l'antesignano dell’Europa unita, il
filosofo che attinse altissime vette nell’umiliazione del confinamento nella sperduta isola di Sant’Elena. Rol
sosteneva di ricordare di aver partecipato a battaglie napoleoniche, di ricordare la voce dell’Imperatore. Questo
perché aveva scoperto, dopo la sua illuminazione, di poter accedere alle memorie di tutti i suoi antenati. Quindi
anche di coloro che combatterono al fianco di Napoleone. Evidentemente, frammenti di queste memorie
dovettero emergere già da bambino. Nulla comunque a che vedere con ipotesi reincarnazioniste, come spiego
bene nel libro."
Vive ancora qualcuno della sua famiglia nella casa di S. Secondo vicino a Pinerolo? Ci sono dei rapporti con il Comune di S. Secondo?
"La casa di S. Secondo venne venduta da Rol e dalla sorella Maria dopo la morte della madre. Il Comune di S.
Secondo ha allestito una bella mostra nel 2003 in occasione del centenario della nascita, e nel 2005 gli ha
dedicato una piazzetta del paese. Una “via Rol” già esisteva dove era la casa, in omaggio alla famiglia in
generale, presente in paese fin dal XVIII secolo".
Un messaggio per il futuro museo su Gustavo Adolfo Rol.
"È una iniziativa che ho incoraggiato fin dall’inizio, per le buone intenzioni dei promotori e la volontà di
rendergli omaggio con qualcosa di permanente che ne ricordasse la storia, il pensiero e il “prodigioso” che ne
ha caratterizzato la vita.
Spero che stimoli anche tanti tra coloro che conobbero Rol ad aggregarsi al progetto – al momento
autofinanziato – e a contribuire alla sua realizzazione. Le amicizie di Rol erano in tutte le classi sociali, sarebbe
tuttavia auspicabile e decoroso che coloro che hanno maggiori possibilità finanziarie e che furono beneficiate
spiritualmente da Rol, contribuiscano piú di altri. Ho visto purtroppo non pochi testimoni “distratti” e poco
riconoscenti."
Nella foto Franco Rol