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“Portici di carta”. La più grande libreria a cielo aperto del mondo!

24/09/2019 7:57
 
di Piergiacomo Oderda 
Giulio Biino accoglie i partecipanti alla conferenza stampa sull'iniziativa “Portici di carta” (5-6 ottobre a Torino). Confessa di essere legato a questa manifestazione in quanto è stata l'occasione l'anno scorso della prima uscita pubblica come presidente del Circolo dei Lettori. Loda la presenza di 57 piccoli editori piemontesi, «non è un numero irrilevante!». Qualche numero, 120 librai, due chilometri di librerie, «la più grande libreria a cielo aperto del mondo!». Rappresenta «un momento di incontro, aggregazione, si avvicina al libro chi non ha il coraggio di entrare in libreria». «Il Salone si fa una volta l'anno, i librai sono salone tutto l'anno!». Francesca Leon, assessore alla cultura della città di Torino, commenta la XIII^ edizione di “Portici di carta” con i dati dell'Osservatorio culturale del Piemonte. Chi ha letto almeno un libro lo scorso anno «è poco sotto il 50%». “Portici di carta” rientra nel «patto per la lettura siglato con operatori della filiera tra cui il Circolo, i librai, le Biblioteche civiche, le Circoscrizioni». Il 2019 è l'occasione per celebrare i 150 anni dell'apertura della prima biblioteca civica (22 febbraio 1869 da “Torino storia”), per ripensare «come organizzare il rapporto delle biblioteche con il pubblico che le frequenta». «La lettura è l'elemento di crescita del nostro territorio», accenna ai 3600 chilometri percorsi dal Bibliobus con diecimila prestiti e ad altri attori come il Centro Interculturale e il Castello di Rivoli. Silvio Viale, presidente dell'associazione “Torino città del libro” spiega come «il marchio del Salone del libro e quelli annessi siano sotto vincolo di tutela e inalienabili». Il più entusiasta è Rocco Pinto. Salendo le eleganti scale che conducono al Circolo dei Lettori, intuisce come ci dovrebbero essere “Portici di Vanchiglia”, “Portici di Barriera”, «occorre ragionare di più sulle periferie; “Portici” è nato per le strade per andare incontro ai nuovi lettori». «1500 incontri l'anno, spesso in silenzio» vengono organizzati nelle librerie. C'è bisogno di «lavorare tutti insieme, la cosa bella è vedere i librai che discutono dei problemi e delle cose belle». «Tutte le librerie possono consigliare un libro Bompiani», ogni anno si sceglie di celebrare un grande editore. Tra i 62 titoli proposti, Pinto cita “Comma 22” di Joseph Heller e “La vita di Luigi Tenco” di Aldo Colonna. Si attende al Senato il passaggio del disegno di legge n. 478 (“Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura”) già approvato alla Camera. Flavia Piccoli Nardelli, la prima firmataria, introduce il dibattito in cui intervengono voci di librai e di chi la pensa diversamente (p. es. Associazione Italiana Editori). Marco Pautasso elenca tutti gli eventi, partendo dalla scelta della dedica ad Andrea Camilleri, «sentivamo il bisogno di ringraziare una voce unica e inconfondibile, una coscienza critica nel Paese». Lo ricordano Antonio Manzini, allievo di Camilleri all'Accademia Drammatica di Roma e Antonio D'Orrico, saggista del Corsera. Si leggono pagine anche dai due libri per bambini sempre scritti da Camilleri (“Magaria” e “Topiopì”, rispettivamente del 2013 e 2016) a cura della cooperativa Ods. Quanto alla scelta di Bompiani, editore che ha compiuto i 90 anni di vita, ricorda il primo libro dedicato a Giovanni Bosco a cura di don Ernesto Vercesi.
In anteprima, il 4 ottobre, interviene il premio Strega Antonio Scurati sulla funzione civile che la letteratura riveste oggigiorno. Altri eventi sono la lettura scenica di Scarlini e Nogara sui personaggi di alcuni libri Bombiani e la comparazione tra le ragazze da marito di oggi e di un tempo nella presentazione del testo di Irene Soave: “Galateo per ragazze da marito”.
Viene presentato anche l'editore “Terre di mezzo”, nato venticinque anni fa da «una rivista di strada di giovani migranti scritta da giovani professionisti», attraverso lo spettacolo “La grande fabbrica delle parole” (ispirato al testo di de Lestrade, 2009). In piazza San Carlo, il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli realizzerà «un'enorme tela con lettere, parole di forme differenti che verranno scomposte, un grande gioco per vivere il libro in modo collettivo». Il Centro studi del Teatro Stabile propone un omaggio a Guido Ceronetti. Di Andrés Neuman, «uno dei talenti più fulgidi della letteratura sudamericana», si presenta il libro “Frattura” (Einaudi), il protagonista scampato al disastro di Hiroshima dimostra che «le persone che sono un po' rotte, sono uniche, migliori delle altre». L'epistemologo Corbellini presenta “Nel paese della pseudoscienza” (Feltrinelli). La scienza ha permesso di sviluppare il pensiero critico, la superstizione pare tornare con i “social”. Federico Faloppa, «una persona che tratta temi complessi senza mettersi in cattedra» presenta “Brevi lezioni sul linguaggio” (Bollati Boringhieri). Infine, Mario Calabresi con “La mattina dopo” (Mondadori) narra «l'alzarsi dopo la sconfitta, il fallimento, la perdita, il lutto, il dolore». “Il cuore non si vede” (Einaudi) di Chiara Valerio è la coda del sette ottobre. «Non siamo fatti solo di sangue ma di legami».
 
Piergiacomo Oderda
 

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