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No TAV? Strumento in mano ai politici per sfruttare a turno il movimento

15/12/2019 9:50
di Samantha Valfrè 

Erano i primi anni del nuovo millennio quando in Val Susa iniziò il famigerato cantiere della TAV, necessario alla realizzazione di un tunnel che unirà, una volta ultimato, l’Italia alla Francia. Un pogetto proposto nei primi anni novanta, che rientra in un programma di infrastrutture europeo che dovrebbe potenziare la linea del Frejus. Il Piemonte si infiammò, nacque un movimento no-TAV, si fecero tantissime manifestazioni, io ero studentessa e ricordo che a scuola si organizzò una giornata informativa su questo argomento, ci presentarono un docu-film dove si parlava di vere e proprie deportazioni degli abitanti della Val Susa per la costruzione della linea ferroviaria. Le manifestazioni di piazza erano sostenute perlopiù dalla sinistra, perché il progetto si stava realizzando sotto un governo di centro-destra anche se il trattato italo-francese, che includeva tale progetto, fu firmato nel gennaio 2001 con un governo di sinistra. Poi successe che la sinistra tornò al governo e non parlò molto di questo cantiere, ma nacque il movimento cinque stelle che fece della lotta alla TAV in Val Susa uno dei suoi cavalli di battaglia, tanto che quella fu proprio la zona dove alle prime elezioni politiche, alle quali si presentò, raccolse più voti. La TAV non s’ha da fare:  è inutile, dispendiosa ed al popolo non piace, di conseguenza non piace neanche al movimento. Come tutti sappiamo, però, a chi non governa non piace ciò che fa chi governa, perché altrimenti non saprebbe come raccogliere consensi. L’8 dicembre si è svolta un’ennesima manifestazione no-TAV, la data non è stata scelta a caso ma è l’ anniversario di una manifestazione del 2005 degenarata in atti di violenza contro il cantiere della TAV a Venaus. Vi è una differenza dal 2005 al 2019 i manifestanti sono rimasti orfani di un sostegno politico concreto, la sinistra oggi è diventata una strenua sostenitrice della TAV e il movimento cinque stelle, che aveva tanto promesso, ha solo finto di fare qualcosa, ha posto il problema in una specie di limbo, l’ha lasciato sospeso, non ha abbastanza sostegno per bloccarlo allora finge che prima o poi potrà sistemarlo, o forse si è reso conto che questo progetto non si può arrestare perché rientra in un programma europeo più ampio e l’Italia, volente o nolente, ne fa parte e tornare indietro sarebbe ancora più dispendioso.

Nella foto Luca Salvai,  sostenitore No TAV  prima di diventare sindaco di Pinerolo 

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