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Con i libri di Giovanni Minozzi un "salto" nel passato del sud Italia tra fede e cultura

20/08/2020 15:55

Una vacanza presso la casa per ferie “G. Minozzi” di Policoro (Mt) è stata l’occasione per approfondire alcuni tratti della biografia di questo sacerdote, ideatore e animatore insieme a padre Semeria dell’Opera Nazionale Mezzogiorno d’Italia. In un paio di libri editi in occasione del centenario della nascita (19 ottobre 1884) e del trentesimo dalla morte (11 novembre 1959), possiamo raccogliere alcune linee guida della sua ricerca spirituale collegata ad un’infaticabile azione nel fondare Asili – Laboratori per orfani di guerra in una serie di paesi della Basilicata. Riccardo Panzone firma la premessa al testo “Ricordando” (1984): «due sono le linee lungo le quali corre la vita di P. Minozzi, convogliandone i propositi e le azioni: la verità e l’amore».

Nella prosa elegante di P. Minozzi si ricostruiscono le origini familiari. Racconta in dettaglio l’arrivo del “figoraro”, le scorpacciate con lo zio sacerdote: «ah que’ fichi ottavi, un po’ screpolati nella buccia, lievemente appassiti in un colore d’ambra, gementi miele di rosa che meraviglia!». Quando si trasferisce da Preta di Amatrice a Roma per il seminario, testimonia la sua fame di letture: “Non avendo denari, non potevo acquistare che i soli libri indispensabili, leggevo appassionatamente tutto quello che trovavo, sgranando gli occhi meravigliati per tutte le edicole giornalistiche, tutte le vetrine de’ librai romani”. “Non ci fu per me un istante più desiderato che l’apertura della Biblioteca: l’aspettavo alla porta ancor chiusa come l’affamato aspetta il pane allo sportello del fornaio. Mi venivan le lagrime quando sentivo agitar le chiavi per la chiusura”. Non cessa di approfondire «Platone, Dante, Pascal» anche d’estate quando torna sui monti, a Preta crea «una Biblioteca Popolare e una Società di Mutuo Soccorso». Alieno dal voler fare carriera, mostra una capacità di precorrere i tempi, “con tutto il rispetto possibile e la più larga devota comprensione per le perenni benemerenze della speculazione Scolastica, giudicavamo doveroso approfondire la conoscenza de’ pensatori moderni per discoprire in essi e trarne in luce quella qualsiasi favilla di vero che in loro pur splende, pur non poteva mancare e metterla in valore a salute delle anime”.

Nel testo “L’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia” a cura di Tommaso Molinaro (1989) si riporta una raccolta di 273 paginette numerate (20x14) in cui si ricostruisce il complesso girovagare di P. Minozzi in particolare per le terre del Sud per costituire Asili e Laboratori per gli orfani di guerra. Una vera passione lo lega a Potenza, “all’indagarne un po’ a fondo la misera vita, una compassione struggente mi invase e mi legò per sempre alla terra più tribolata, più bisognosa d’Italia”. “Per me Potenza era come casa mia, più che casa mia; la mia famiglia: Potenza e l’intera Basilicata: difenderla, impegno d’onore, dovere sacro”. Da qui si sposta a Forenza, Maschito, Venosa, Ripacandida, Rionero, Barile, Pietragalla, Marsico Nuovo, Viggiano, Saponara, Moliterno. Acquista strutture, sceglie sacerdoti, coinvolge ordini religiosi. Segue Gioia del Colle per la Puglia, Castrovillari, Roggiano Gravina per la Calabria. Gli inizi avvengono nel 1919, il Decreto Reale con cui si fonda l’Opera Nazionale viene siglato il 13 gennaio 1921. Un esempio delle fatiche richieste lo si può raccogliere da Cittaducale in Abruzzo, “quante notti passate d’inverno nella gelida stazioncina dove arrivavo col treno verso le 4 del mattino e aspettavo solo l’alba chiara per salirmene in chiesa! Mi ero fermato in paese da principio per trovare gli orfanelli di guerra. Vidi l’ambiente guasto, caduto moralmente e materialmente. Il parroco mi sollecitò con penosa insistenza ad aiutarlo per rialzare il tono generale”.

Si riportano le cifre dei preventivi, l’affidarsi alla Provvidenza. Vengono anche riportate le pagine relative alla fondazione dell’Orfanotrofio femminile (1921) e maschile (1923) ad Amatrice dove c’è la tomba di P. Minozzi. Si resta colpiti dalla cura della progettazione, dalla qualità degli artisti coinvolti, “io ho ritenuto sempre che l’educazione è opera di bellezza e di gioia: non si educa non si può nobilmente educare nella sporcizia e nella tristezza. Educare è creare, e la creazione è frutto di un assiduo lavoro gioioso, frutto di bellezza e amore”. La rivista “Evangelizare” diretta da don Michele Celiberti permette di sentire quanto è vivo il ricordo di P. Minozzi e di P. Semeria, nonché di cogliere la vivacità delle istituzioni tuttora presenti. Da Amatrice: “è un tonfo al cuore calcare la terra rasa mentre si rilegge una lettera rievocativa di P. Minozzi e si nominano i caduti del tragico terremoto”. A Castrovillari è stata inaugurata una stele ricordo dell’intitolazione di una piazza dedicata a padre Semeria. Si ricordano le parole di san Giovanni Paolo II in occasione dell’incontro con gli alunni degli Istituti dell’Opera, dei Discepoli, delle Suore, degli ex alunni. «Si legge nella biografia di Padre Semeria che egli ripeteva spesso: “A far del bene non si sbaglia mai!” e don Minozzi affermava “Fin che vivrò, resterò fedele ai poveri, a qualunque costo!”. Sono due magnifiche espressioni, che affido anche a voi, come due lampade accese che devono illuminare la vostra vita!».

 

Piergiacomo Oderda

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