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Carcasse di animali per "riprendere i lupi". La denuncia. Cavour

21/11/2023 9:36

Nel comune di Cavour (TO), in frazione Gemerello, non lontano dalla strada provinciale alcuni cacciatori hanno trovato due carcasse di animali (anche di un cinghiale) e una fototrappola. 

Nella foto le carcasse e nel riquadro la fototrappola. 

 

Questa la denuncia e il testo  de: "Il nuovo cacciatore piemontese".

“LUPI, CINGHIALI, FOTOTRAPPOLE: CONSIGLI PER I CACCIATORI

 

Ritorniamo sul nostro post di ieri, quello in cui raccontavamo di amici cacciatori che nei boschi del Pinerolese s’erano imbattuti in due carcasse d’animali, un capriolo ed un…presunto cinghiale (quest’ultimo addirittura legato con un fil di ferro ad una pianta), controllate da una fototrappola posizionata lì vicino.

Gli amici ci avevano subito contattati, rilevando l’anomalia di quella situazione, ma pure allarmati dal fatto che vi fosse qualche sconsiderato che utilizzava i boschi per singolari esperimenti, o magari anche solo per realizzare fotografie e video…suggestivi!

Il sospetto era che quella costruzione scenica fosse stata realizzata ad arte per immortalare le immagini di qualche predatore carnivoro attirato dalle due carcasse, ed ovviamente il pensiero di molti correva ai lupi, un’ipotesi rafforzata dal ricordo di quanto accaduto alcuni mesi fa in Val Susa, quando saltò fuori che alcuni “studiosi” italiani e spagnoli avevano posizionato nei boschi carcasse di lupi e volpi, e questo solo per valutare le reazioni dei cinghiali di fronte ai predatori carnivori.

Volutamente ieri non abbiamo voluto fornire troppe informazioni o dettagli, ma oggi, 24 ore dopo, ci sentiamo autorizzati a farlo, anche perché la vicenda sta assumendo aspetti inquietanti.

 

Ecco com’è andata:

Le due carcasse erano state sistemate in modo tale che la fototrappola riprendesse qualunque animale si fosse avvicinato loro, ma attorno non erano posizionati cartelli che avvisassero della presenza di strumenti di videosorveglianza, così come prevedono le severe leggi che regolano il rispetto della Privacy in Italia, e dunque chi l’ha fatto ha certamente commesso una grave irregolarità. 

Su quali possano essere le ragioni che hanno spinto l’autore, o gli autori, di quella scellerata azione a comportarsi così si possono fare solo delle ipotesi e nulla più, ma proviamo ad elencarne alcune, quelle che sembrerebbero essere tra le più probabili:

1) l’emulazione di quanto fatto in Val Susa?

2) Un altro singolare “studio scientifico”?

3) La curiosità di filmare o fotografare qualche lupo mentre consuma le carcasse?

4) Il…disegno criminoso di chi invece voleva nuocere ai predatori carnivori, magari dopo aver avvelenate le carcasse?

 

Noi ovviamente non sappiamo se la soluzione sia tra queste, anche se onestamente ci sentiamo di escludere la quarta, visto che sembra poco probabile che qualcuno commetta un’azione del genere immortalando addirittura la scena con una fototrappola professionale lasciata incustodita in un bosco.

Ovviamente un’idea l’abbiamo, e la teniamo per noi, ma di certo i sospetti sono molti, anche perché pochi minuti dopo la pubblicazione del post giungevano già forti pressioni perché non si diffondesse la notizia sui social, e specialmente perché questa…non venisse data a noi!

 

Ma ora bando alle reticenze, e rendiamo pubblico qualche dettaglio in più, peraltro ormai conosciuto da molti.

Le due carcasse erano state posizionate in un boschetto del comune di Cavour (TO), in frazione Gemerello, non lontano dalla strada provinciale.

I cacciatori su nostra richiesta hanno rilevata l’esatta posizione con Google Maps, inviandocela insieme alle foto.

Verificato il tutto abbiamo contattato i Carabinieri Forestali competenti per territorio, fornendo loro indicazioni e riferimenti della persona che ci aveva segnalato il tutto, tanto che nemmeno un’ora dopo i solerti ed efficienti militi erano già sul posto dove hanno potuto riscontrare l’esattezza delle informazioni ricevute.

Da quanto abbiamo capito le carcasse sono state prelevate, e sembra pure che sul posto siano intervenuti i veterinari dell’ASL, e questo con una lodevole tempestività.

Ora speriamo che la verità venga a galla, e si possa sapere chi e perché ha compiuto questa azione.

 

Chiudiamo cogliendo l’occasione per un appello a tutti i cacciatori che ci seguono:

quando dovessero accadere altri episodi come quello descritto, o vi capitasse di rilevare situazioni anomale (ad esempio subire operazioni di boicottaggio o disturbo alla vostra legittima attività venatoria, ma pure assistere ad azioni illegali), non agite mai d’impulso o in autonomia, semmai cercate di contattare immediatamente quelle che sono le figure preposte a vigilare sul territorio, e ci vogliamo con questo riferire ai Carabinieri Forestali o alla locale Stazione dei Carabinieri (la Polizia purtroppo non è presente ovunque), piuttosto che alla Polizia Provinciale.

I cacciatori sono persone con un porto d’armi in tasca, e proprio per questo con fedina penale in regola ed accertate doti morali, oltre ad avere un’ottima conoscenza di territorio ed ambiente, ma purtroppo spesso sono vittime di pregiudizi, con troppi nemici subito pronti a puntare il dito contro loro accusandoli d’ogni tipo di nefandezza.

Ecco perché debbono sempre mantenere un comportamento adeguato e responsabile; anche se per farlo qualche volta servisse tacere ed allontanarsi senza accettare provocazioni.”

"Il nuovo cacciatore piemontese"

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