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FOTO. "Ricerca scientifica sul microbiota" a cura dell'Accademia di Medicina

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di Piergiacomo Oderda

I profumi, la speziatura, le sfumature del Barolo Briccolina 2013 Batasiolo accompagnano un pasto in compagnia, occasione preziosa per ripensare al convegno “Le Langhe fanno bene: vino, ricerca e salute”, svoltosi in un inconsueto scenario, una sala conferenze tra le botti di Batasiolo a La Morra (CN). Al centro dell'interesse, la premiazione di due progetti di ricerca selezionati dall'Accademia di Medicina sul tema “Microbiota, cibo e salute”, nonché di tre giornalisti impegnati nella divulgazione scientirica. A latere, si è svolta una tavola rotonda tra i rettori dei due poli universitari piemontesi e il prof. Umberto Dianzani sul tema della sinergia tra pubblico e privato per la ricerca scientifica. L'atmosfera è segnata dal tema musicale composto ed eseguito dal vivo dal pianista Enrico Giarretta. Il giornalista e conduttore televisivo Nicola Porro intervista la famiglia Dogliani, presente al gran completo. «Perché finanziate due progetti di ricerca?». Gli occhi di Matterino brillano mentre spiega come la famiglia volesse festeggiare i cinquant'anni di attività. Confessa che la maggior parte intendesse fare una crociera! Invece, ringrazia Giancarlo Isaia, presidente dell'Accademia di Medicina, per avergli suggerito di sponsorizzare i due progetti di ricerca (bando biennale per ottanta mila euro l'anno). Cita il granellino di senape del Vangelo, «un piccolo seme da cui può nascere una grande pianta». Claudio fornisce le dimensioni del gruppo, settecento impiegati e ottocento operai. In particolare, coordina l'attività nel campo della costruzione di grandi infrastrutture come la Pedemontana veneta. Francesco ha seguito la prima società estera del gruppo, la Mondial wine. Ignazio parla di 386 ingegneri, «primi partner dei principali attori industriali». Valentina festeggia i dieci anni del resort “Il Boscareto” a Serralunga d'Alba. Oreste descrive i “cru” prodotti dai centoventi ettari di terreno vitati. Infine, Fiorenzo ricorda quando quarant'anni fa portava due cartoni di vino per far conoscere il Barolo in tutto il mondo. A ritmo serrato, il dott. Isaia riepiloga il lavoro svolto dall'Accademia di Medicina. I duecento anni che festeggeranno il 17 dicembre partono dalla richiesta di un gruppo di medici di essere associati. Sulle prime, re Carlo Alberto non autorizza, si devono attendere ben diciannove anni. Si è pensato ad un premio per il futuro, rivolto ai giovani. Sono pervenuti da tutta Italia 114 progetti (da clinici, biologi, ingegneri, informatici, veterinari) sul tema del “microbiota”, «duecento mila miliardi di cellule, funghi o altre sostanze che regolano la salute dell'individuo». Si tratta di un argomento che gode di una vera e propria «”escalation” di interesse scientifico». Tra i criteri utilizzati per la selezione dei progetti, cita l'innovazione, il generare cultura e ricchezza. «La ricerca in Italia è considerata un peso, invece è una risorsa». Ignazio Dogliani premia Andrea Baragetti di Milano per il progetto di ricerca dal titolo “Il potere pro-infiammatorio della dieta sulla composizione del microbiota intestinale e relazioni con la malattia cardivascolare ischemica (CVD)”. Si intende compiere una «mappatura tassonomica dei ceppi batterici dell'intestino». I punti di forza sono «la strategia di prevenzione primaria» e l'approccio tecnologico. Valentina Dogliani premia Claudio Riccardi, farmacologo di Perugia, che propone il tema “Valutazione dell'associazione prebiotico – farmaco biotecnologico per il trattamento delle malattie infiammatorie intestinali (IBD)”. Ne sono affette tre milioni di persone in Europa, con costi sociali elevati e compromissione della qualità della vita. La terapia naturale si associa ad un farmaco simile al cortisone, privo però dei suoi effetti negativi. Un premio speciale va ad un neurologo dell'Università di Torino, Andrea Calvo, per uno studio sul “ruolo del microbiota e dell'esposizione a microtossine nella sclerosi laterale amiotrofica e in altre malattie neurovegetative”.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, premia tre giornalisti, «cantori dell'enologia», il direttore di “wine news” Alessandro Regoli, Luciano Ferraro del Corriere della Sera e Pamela Raeli, editore della rivista “Food and travel”. Giuseppe Poli dell'Accademia di Medicina modera l'incontro tra Umberto Dianzani dell'Università del Piemonte Orientale, Giancarlo Avanzi rettore del polo universitario appena citato, Stefano Geuna, rettore dell'Università di Torino. Dianzani afferma stentoreo che «la ricerca scientifica nasce dalla curiosità del ricercatore; questa curiosità è un motore». Nella prima parte della ricerca, il finanziamento avviene a livello istituzionale (Ministero, Atenei). «Quando la molecola scoperta diventa interessante, lo scienziato più accorto genera un brevetto». Poi si spera che qualcuno finanzi la ricerca industriale, p. es. per la creazione di un nuovo farmaco. Denuncia il fatto che in Italia «la curiosità iniziale fa fatica a trovare finanziamenti, un finanziamento a pioggia che permetta ai giovani di seguire il loro sogno». Riprende la metafora usata da Matterino, «manca chi innaffia il seme iniziale senza il quale non si arriva alla molecola che genera ricchezza e posti di lavoro». Per Stefano Geuna, «la ricerca ha bisogno di finanziamenti che la rendano possibile». Punta l'attenzione al campo biomedico, «non strettamente i farmaci, ma dispositivi medici, protesi». Nei due Atenei piemontesi «abbiamo i cervelli», la comunità scientifica internazionale riconosce «l'eccellenza scientifica di assoluto livello». Poi scienziati e ricercatrici devono andare all'estero per portare avanti lo loro ricerche, «generando imprese che portano ricchezze in altri paesi». Giancarlo Avanzi riflette sull'esperienza del gruppo Batasiolo che investe su obiettivi produttivi. «L'Università deve cominciare a ragionare così». I finanziamenti statali non sono più sufficienti, sessanta milioni all'anno sono un decimo di quanto investe la francia. «Occorre finanziare con piccole somme le idee buone». Conviene «allearsi in modo strategico con il mondo dell'industria su progetti di ricerca», la simbiosi tra pubblico e privato consente di incrementare il PIL.

Si invitano i vincitori del bando di ricerca a spiegare i loro progetti. Andrea Baragetti, assegnista di ricerca all'Università di Milano, parte dalla difficoltà di impostare una dieta personalizzata. Il progetto si avvale della collaborazione con una fondazione di Trento con «decennale esperienza di metodiche di intelligenza artificiale». L'intento dichiarato è anche la comunicazione ai non addetti ai lavori. Claudio Riccardi si concentra sul farmaco biotecnologico di natura peptidica (GILZ). Andrea Calvo propone il tema dell'alterazione «tra ambiente e genetica, non solo l'ambiente esterno ma anche l'ambiente interno». Ribadisce il concetto che non si possa fare ricerca da soli, «occorre mettere insieme numeri importanti di pazienti».

Piergiacomo Oderda

 

Nelle foto: Isaia, Porro, Vivalda, Ignazio, Francesco, Matterino, Valentina, Claudio Riccardi, Oreste, Fiorenzo, famiglia Dogliani, Baragetti, Cotarella, Ignazio Dogliani, Baragetti, Raeli, Dianzani Poli, Luciano Ferraro,  Francesco Dogliani, Valentina Dogliani, Cotarella Andrea Calvo, Vivalda,  Poli, Dianzani,  Geuna , Matterino Dogliani


 

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